“Confidiamo che il secondo partito superi i veti e accetti finalmente di sedersi al tavolo parlando di programmi e non dai posti. È improponibile un governo con chi ha perso”.
Queste sono le parole del leader della coalizione di Centro Destra Matteo Salvini questo pomeriggio a Palazzo Giustiniano durante il secondo giro di consultazioni convocato dal Presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati al fine di capire la possibilità di formare un Governo in tempi brevi.
Consultazioni, qual é la posizione del M5S
Tuttavia la risposta del leader del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio, convocato al Colle dopo il Centro Destra è stata la stessa che va sostenendo da fin dopo l’esito delle elezioni, praticamente accordo solo con la Lega per un governo a due, altrimenti si rivolgeranno al Pd, che tra l’altro è diviso sul dovere accettare o no, per ottenere i voti necessari alla formazione del nuovo Esecutivo.
La cosa preoccupante per gli elettori pentastellati ma soprattutto per il Paese è l’assurdo comportamento del Movimento grillino che a parte il cambio repentino del proprio statuto in corsa, la ambiguità di cambiare partner politico pur di governare, cosa che non interessa minimamente alla coalizione rappresentata da Salvini. Certo sull’inaffidabilità sarebbe sufficiente dare un’occhiata alle città governate per farsi un’idea delle loro idee spesso confuse per non parlare delle magre figure in ambito europeo.
Consultazioni Governo, giusto accordo con PD?
Le domande che sorgono sono come si fa ad allearsi con il Pd che ha un programma totalmente differente se non in alcuni punti addirittura opposto a quello della coalizione di Centro Destra e come si può pretendere, che un partito che fa parte della coalizione che è stata votata da milioni di persone e che ha vinto le elezioni debba scindersi. Sarebbe un fatto che costituirebbe un tradimento ad un patto sottoscritto.
Questo articolo non vuole essere pro o contro qualcuno ma di pura riflessione. Qui non si tratta di essere simpatizzante di uno o dell’altro schieramento o tifare per i vari Di Maio, Berlusconi o Salvini ma un semplice e puro principio di etica politica nel senso che quando si da la propria parola o si sottoscrive un accordo questo va rispettato sia per questione professionale che per rispetto degli elettori. Certo è che il Movimento 5 Stelle sta facendo la figura della serie “Francia o Spagna pur che se magna”.