Coronavirus arma creata in laboratorio? La teoria del professor Boyle

In migliaia si ammalano nel mondo, la paura si diffonde più del virus, nascono teorie sull’origine del coronavirus ritenuto un’arma da guerra biologica.

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Il coronavirus è ormai tema di discussione quotidiana, se ne parla nei giornali, nei social ed è subito oggetto di cospirazione, il professor Boyle ne riconduce l’origine ad un’arma biologica creata in laboratorio.

Francis Boyle è un avvocato americano per i diritti umani e professore di diritto internazionale presso il College of Law dell’Università dell’Illinois. Nel 1989 ha redatto il Biological Weapons Act, ovvero la legge antiterrorismo che proibisce la produzione e sviluppo di armi batteriologiche.

Intervista al professor Boyle sul tema coronavirus

In una intervista rilasciata al sito Geopolitics and Empire il professor Boyle sostiene che il coronavirus sia un’arma da guerra biologica creata in un laboratorio di Wuhan. Spiega il professore:

“Quando si manifestano queste malattie misteriose e inspiegabili, di solito le controllo per un certo periodo di tempo e spesso le riconduco a scarsa igiene,  povertà o problemi naturali. Tuttavia ho trovato il caso Wuhan molto sospetto“.

E ancora:

“A Wuhan siamo in presenza di un laboratorio con un livello di biosicurezza 4 (BSL-4). Si tratta della prima struttura di questo tipo in Cina ed è stata creata appositamente per trattare la SARS e i coronavirus. Fondamentalmente, la SARS è una versione di coronavirus progettata come un’arma biologica. Era già successo in passato che si fossero verificate perdite di SARS da questa struttura. In base alla mia esperienza mi sento di dire che l’unica ragione per cui esistono queste strutture NBS-4 è la ricerca, lo sviluppo, l’analisi e lo stoccaggio di armi biologiche offensive. Ritengo che questo coronavirus di Wuhan sia trapelato dal laboratorio NBS-4 probabilmente a metà novembre e che il governo cinese da allora abbia mentito e trattenuto le relative informazioni“.

Queste le parole che l’esperto Boyle usa durante l’intervista. La sua posizione è in contrasto con la versione ufficiale che fa risalire la diffusione del coronavirus al mercato del pesce di Wuhan.

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Scienziati smentiscono le voci sull’origine del coronavirus come arma biologica

Un gruppo di scienziati ha pubblicato una dichiarazione sulla rivista The Lancet per salvaguardare il lavoro svolto dagli operatori sanitari di tutto il mondo. Si tratta di specialisti che hanno seguito molto da vicino la crisi sanitaria scaturita dall’espansione del coronavirus.
L’obiettivo della dichiarazione è quello di smentire le voci secondo le quali l’origine del virus sarebbe riconducibile alla creazione umana. Oltre all’utilizzo del virus come arma biologica, alcune teorie lo vedono impiegato al fine di ridurre l’invecchiamento della popolazione.

Secondo la dichiarazione rilasciata sulla rivista The Lancet, “scienziati di più paesi hanno analizzato i genomi dell’agente causale, la sindrome respiratoria acuta grave coronavirus 2 (SARS-CoV-2), e concludono in stragrande maggioranza che questo coronavirus ha avuto origine nella fauna selvatica”

Li Wenliang, la storia del medico che lanciò per primo l’allarme

La comparsa del coronavirus è stata da subito oggetto di discussione anche in virtù della storia di Li Wenliang, il medico cinese che per primo ipotizzò l’esistenza del coronavirus.
Successe alla fine di dicembre 2019, Li lavorava presso un ospedale di Wuhan dove ci furono dei ricoveri per polmonite grave. Osservando i sintomi e confrontandoli con quelli della SARS, Li ipotizzò che la causa potesse essere riconducibile ad un nuovo coronavirus. Scrisse la sua idea in una chat di gruppo dove venne intercettato dalla polizia locale che lo accusò di diffondere falsi allarmismi.
Ironia della sorte, poco dopo Li contrasse il coronavirus da una paziente nello stesso ospedale di Wuhan e si ammalò gravemente.

La notizia della sua morte venne pubblicata nei social cinesi giovedì 6 febbraio intorno alle 22, ora locale in Cina, riportata anche dai media portavoce del Partito, il Global Times e il Quotidiano del popolo. Dopo alcune ore però la notizia è stata cancellata, sostenendo che in realtà Li Wenliang era sottoposto a uno speciale trattamento. Verso le 3 di notte, i dottori hanno annunciato nuovamente la sua morte.

Nell’era della facile accessibilità alle informazioni, sono molte le versioni e le teorie che è possibile reperire sul web. Un argomento scottante come il coronavirus suscita dubbi che possono o meno trovare riscontro nella realtà. L’utilità del web è anche questa, informarsi e maturare un proprio pensiero critico.

Ad ogni modo, per fronteggiare la difficile situazione che molti paesi del mondo stanno vivendo, è importante sempre avere come bussola il parere delle autorità sanitarie come l’OMS ed evitare inutili allarmismi.