Le restrizioni adottate sin qui per fronteggiare il coronavirus saranno prorogate fino al 13 aprile. In arrivo nuovo Dpcm
Le misure adottate sin qui per combattere il coronavirus saranno estese fino al 13 aprile. Lo ha riferito questa mattina il ministro della Salute Roberto Speranza durante l’informativa al Senato sull’emergenza sanitaria in corso. Tale decisione, precisa il ministro, nasce “dalle valutazioni delle indicazioni del nostro Comitato scientifico” per cui si è resa necessaria la priorità del Governo “di confermare fino al 13 aprile tutte le misure di limitazione delle attività economiche e sociali e degli spostamenti individuali precedentemente adottate”.
Era nell’aria l’ufficialità della proroga della chiusura generale, e troverà ulteriore fondamento in un nuovo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM), che sarà oggetto di discussione in un cdm che si terrà tra oggi e domani. Altri nodi cruciali riguardano poi la graduale ripartenza per tipologie di attività e per Regioni, la valutazione delle conseguenze per i “Ponti” in arrivo del 25 aprile e 1° maggio.
Un momento delicato, spiega ancora una volta Speranza illustrando i motivi che hanno condotto all’estensione delle restrizioni, “non solo non dobbiamo abbassare la guardia, ma tutti dobbiamo essere consapevoli che per un periodo non breve dovremo saper gestire una fase di transizione. Sarà indispensabile graduare la riduzione delle attuali limitazioni adottando graduate e proporzionali misure di prevenzione, per evitare che riesplodano nuovi gravi focolai di infezione. La fase di convivenza con il virus andrà gestita d’intesa con il Comitato tecnico scientifico con grande prudenza, continuando a monitorare molto seriamente il fenomeno e conservando tutte le buone pratiche individuali che abbiamo imparato a rispettare in queste settimane con i nostri comportamenti responsabili”.
In arrivo indagine dell’Iss?
L’obiettivo principale, ha sottolineato il titolare del Dicastero della Salute, “deve essere quello di riportare stabilmente e nettamente sotto il valore di 1 l’R0, ovvero l’indice di trasmissione del contagio” da covid-19. Tutto questo al fine di “non moltiplicare ulteriormente il numero dei pazienti positivi, per diminuire il numero quotidiano dei decessi, per evitare che il nostro Servizio sanitario nazionale venga colpito da un ulteriore tsunami”.
Le risposte potrebbero arrivare a loro volta da un’indagine su larga scala, alla quale sta lavorando l’Istituto superiore di Sanità e la quale verte su test rapidi sierologici, che indichino cioè chi ha sviluppato anticorpi al nuovo coronavirus, per avere il polso reale della diffusione del contagio. E della persistenza effettiva del rischio. Quindi per “evitare che la curva possa risalire”.