Cosa rappresenta Peter Pan? Origini della storia e significato

“Tutti i bambini crescono, meno uno. Sanno subito che crescono, e Wendy lo seppe così. Un giorno, quando aveva tre anni, e stava giocando in giardino, colse un fiore e corse da sua madre. Doveva avere un aspetto delizioso, perché la signora Darling si mise una mano sul cuore ed esclamò, -Oh, perché non puoi rimanere sempre così!- Questo fu quanto passò fra di loro circa l’argomento, ma da allora Wendy seppe che avrebbe dovuto crescere. Tu sai questo quando hai due anni. Due anni sono l’inizio della fine.” Queste sono le parole di James Matthew Barrie, creatore di Peter Pan. La statua del sopra citato Peter Pan è ubicata nei pressi dei giardini di Kensington, a Londra, in memoria del noto libro.

Le origini di Peter Pan

Il personaggio di Peter Pan nacque prima dell’interpretazione fiabesca nota per merito di questo avvincente libro, il quale venne scritto dieci anni prima. Immerso nel suggestivo giardino londinese, vi è l’isola degli uccelli, proprio al centro di un lago. Essa è governata dal re Salomone, il quale assume le sembianze di un corvo dedito ad ascoltare ed esaudire i desideri e le preghiere delle donne che bramano aspramente di divenire un giorno anch’esse madri.

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Il re Salomone spedisce all’interno delle loro dimore passerotti e fringuelli, i quali con il trascorrere dei giorni muteranno in forma di bambini veri. Una volta approdati negli abitacoli, questi volatili assaporeranno una sorta di fase di transizione  all’interno della quale persisteranno nell’auto conservazione della loro condizione di uccelli mantenendone le caratteristiche senza diventare ancora dei bambini.

Essi perderanno per sempre l’abilità di volare unicamente quando assumeranno la consapevolezza della realtà. Il nostro protagonista supererà ogni record: egli non ha che sette giorni di vita alle spalle quando la madre abbandona inavvedutamente una finestra spalancata e Peter, nel cui cuore è vivo il ricordo di quando spiccava il volo, spronato dal suo stesso istinto naturale vola giù dalla fenditura facendo così ritorno a Kensington, nei giardini. Una volta al cospetto del re Salomone, il nostro affezionato Peter apprenderà la sua sorte infausta: una condanna peraltro auto inflitta ad albergare il limbo. Il suddetto limbo si configura come una zona grigia nella quale Peter esiste, ma non esiste e non ha forma né di bambino né tantomeno di passerotto.

In preda ad un amaro senso di pentimento per essersi dato alla fuga, esso implorerà in un secondo momento di poter riabbracciare la propria madre e fare ritorno a casa, questa richiesta gli verrà poi negata nell’istante in cui, ripercorrendo i suoi stessi passi verso la via di casa e sbirciando dalla fessura dalla quale si era prontamente lanciato scappando, troverà essa sbarrata ermeticamente, ma non abbastanza da risparmiargli lo strazio di scorgere la madre intenta a stringere amorevolmente un bambino che non è lui.

Il nostro Peter, senza futuro, scavalcato dal passato e respinto dal presente inizierà così a trascorrere i suoi giorni dall’alba all’imbrunire proprio nei giardini che lo avevano generato. Egli si accompagnerà ad animali, creature fatate ed altri sfortunati bambini perduti. Si diletterà nel suonare il flauto di Pan, dal quale eredita il nome e acquisirà i tratti comportamentali e caratteriali noti ai più.

La tragica natura del personaggio

Le reminiscenze infantili che hanno contraddistinto la nostra era fanciullesca accompagnata da questa fiaba comunemente associata all’allegria ed alla spensieratezza dell’infanzia celano in realtà la veridicità dei fatti e del destino infausto subito da questo bambino. Peter Pan è come un fantasma, ha solo nome, ma non ha età, è un’entità astratta imbrogliata e bloccata in un mondo che non procede.

Intrappolato eternamente in un limbo creato su misura per lui, dove le sue scelte azzardate lo hanno condotto e dove subisce quotidianamente la sua punizione. Egli è caustico, agisce in modo sconsiderato, è passivo aggressivo e rispecchia saldamente l’archetipo dell’infantilismo, della sconsideratezza. è manovrato mentalmente da un’azione compensatoria dell’empatia. Il Peter Pan che noi tutti conosciamo si discosta apertamente da quello fiabesco: egli sfugge alle cure materne, tende all’isolamento, ripudia e disdegna qualsiasi legame umano nonché reale ed è un personaggio assai complesso.

Nel corso del libro  prenderà parte alle avventure rocambolesche più per trarne un beneficio personale essendo  perennemente alla ricerca dell’evasione piuttosto che per prestare soccorso ai suoi amici e salvaguardarne le vite. L’autore sottolinea in maniera piuttosto evidente il regime di conflittualità che intercorre tra l’era fanciullesca e quella adulta. Peter preserva unicamente i suoi interessi e si lascia sommergere da una realtà dionisiaca pregna di esaltazione.La storia di Peter Pan, quello che sguscia dalle parole dell’autore è lancinante, un personaggio poliedrico e dannatamente complesso

La figura dell’autore

Ciò può essere correlato alle personali vicissitudini dello scrittore, le quali lo segnarono in età fanciullesca. Il fratello di poco più grande di lui morì in un tragico incidente, l’autore non aveva che sei anni. La madre reagì confinandosi in un mutismo incolmabile a causa del rapporto stretto intrecciato negli anni tra lei ed il figlio defunto. Il nostro autore, nel disperato tentativo di vedere rinvigorita la propria madre, decide così di appropriarsi dell’identità del fratello. Iniziò dalle cose semplici, in principio si limitava ad utilizzare i suoi abiti ma poi ne assunse anche le abitudini, come quella di fischiettare nella stessa maniera peculiare. Grazie a questo suo sacrificio immane forse dissipò parte del dolore della madre, ma infranse la sua stessa identità e una parte di sè morì assieme al compianto fratello.

Simbologicamente Peter rappresenta la vita che si spegne, un’infanzia smarrita, la quale non si può ritrovare, egli appare gaio, spumeggiante ed esuberante , ma la sua storia cela una sofferenza straziante. Come scrissi poc’anzi Peter non ha futuro ed è stato scavalcato dal passato e respinto dal presente. Tutti noi maturiamo e ci evolviamo, ogni ragazzino cresce, ma non Peter, dopotutto lui non è neanche un bambino vero.