Numerose feste della castagna, ma il prodotto ormai scarseggia. Dal Nord al Sud passando per il centro è un’annata davvero di crisi per chi si trova nel settore castani colo. I dati infatti parlano chiaro: la Campania, che è il primo prodotto del frutto autunnale, c’è un calo fino al 90%. Una crisi che è legata in particolare al cinipede che è diventato un vero e proprio nemico dei castanicoltori.
La Coldiretti ha diramato diverse cifre e la più emblematica è quella legata ai chili di castagne prodotte che rimane inferiore ai 20 milioni di chili dello scorso anno e comunque quasi nulla rispetto per esempio al 1911 quando se ne producevano circa 829 milioni di chili. Numeri da crisi, tanto che la stessa Coldiretti ha già chiesto lo stato di calamità naturale e molti Comuni si stanno muovendo in tal senso.
Ma come combattere il cinipede? La battaglia sembra che nel Nord Italia stia ottenendo buoni risultati attraverso i lanci del suo nemico naturale che è il Torymus sinesi (uccide il parassita cinese che fa essiccare gli alberi di castagne). Al Sud tutto questo non funziona perché il cinipede è arrivato più tardi rispetto al Nord Italia e il clima non ottimale non ha di certo aiutato a debellarlo. Insomma un intero settore dalla raccolta alla trasformazione delle castagne è in crisi, in un’Italia ferma al palo e che vede anche in questo comparto la forte concorrenza di paesi come Spagna, Portogallo e Albania.