Cupidigia: etimologia e significato dantesco del termine

Cupidigia significa desiderio sfrenato ed è un termine famoso per essere apparso nell’Inferno della Divina Commedia di Dante. Etimologia, storia ed uso.

Chi più ha più vuole. Che si tratti di beni o ricchezze, di sentimenti o passioni, il desiderio di quella cosa specifica non verrà mai appagato se si ha avuto in piccolo assaggio di essa. La cupidigia indica proprio il desiderio sfrenato di ottenere sempre di più.

Etimologia del termine

Cupidigia deriva dal latino cupiditia che deriva a sua volta dal verbo cupio, letteralmente “desidero ardentemente”. Il verbo latino ha diverse accezioni dal momento che si riferisce alla bramosia e di beni materiali e d’amore. Non a caso dallo stesso verbo deriva anche Cupidus, cioè Cupido, Dio dell’amore e del desiderio.

Cupido è generalmente rappresentato come un fanciullo con le ali avente arco e frecce che egli punta dritto ai cuori delle persone così da far nascere in loro appunto la passione amorosa. Cupido stesso infatti rappresenta la forte brama del sentimento che non riesce ad arrestare.

Cupidigia e Dante

Oh cieca cupidigia e ira folle/ che si ci sproni nella vita corta/ e ne l’etterna poi si mal c’immolle!”.

Così Dante scrive nel XII Canto dell’Inferno (vv. 49-51) della Divina Commedia. Con tali versi Dante intende spiegare che l’avidità di beni materiali e la rabbia (rivolta alle persone) guidano l’animo degli uomini ad azioni molto violente durante la loro breve vita terrena (nella vita ultraterrena Dante descrive i violenti in una pozza di sangue bollente immersi per gradi a seconda della gravita delle loro azioni).

Quando qui il sommo poeta cita la cupidigia e l’ira si riferisce ai tiranni politici che nella loro vita hanno commesso quelli che noi definiremmo oggi crimini contro l’umanità, violenze contro il prossimo, pur di possedere sempre di più.

Significato del termine

È proprio questo che la cupidigia fa: per la voglia irrefrenabile di possedere qualcuno o qualcosa si è disposti a tutto, perfino ad uccidere come spiega Dante. Questo desiderio di volere ancora ed ancora acceca la persona che vede come obiettivo ultimo il raggiungimento di ciò che vuole, non considerando il male che può arrecare a chi si trova in mezzo alla sua via.

La cupidigia non è da poco se la voglia di ricchezze e di potere è tanta. Più si ha più si vuole e questo non vale solo per i potenti, i tiranni o i re delle epoche passate ma è una cosa di tutti poiché è insita nell’animo umano. Basta sapersi moderare, come sempre.

E poi, si sa che da un momento all’altro tutto quello che si ha si può perdere in un battibaleno e questo ce lo dice un proverbio preciso: Chi troppo vuole nulla stringe!