Sono stati sospesi per 15 giorni i deputati dei 5 Stelle che hanno fatto irruzione nell’ufficio di presidenza della Camera il giorno 22 marzo, mentre si votava per le delibere sulle pensioni dei parlamentari: dura la replica di Di Battista. Per la precisione, le pene saranno scaglionate in questo modo per coloro i quali non hanno fatto irruzione: 10 giorni di sospensione per chi ha protestato ma restando sui propri banchi; 12 giorni di sospensione per chi ha protestato sotto i banchi della presidenza; 5 giorni di sospensione per chi ha protestato davanti alla porta dell’ufficio di presidenza.
Sono 19 i parlamentari del Movimento che il 22 marzo tentarono di fare irruzione nell’ufficio della presidenza. Un gesto che ha provocato una sanzione aspra, ma che non rallenterà i lavori nella Camera: i giorni di sospensione saranno infatti scaglionati in diversi giorni per i vari deputati colpiti dal provvedimento, in modo tale da evitare assenze di massa, e inoltre non sarà valida la sospensione nei giorni in cui si discute la legge sul biotestamento.
Sospensione per i parlamentari pentastellati, la risposta di Di Battista
Durissima la replica di Di Battista: “È un onore essere sanzionato da chi salva i condannati. Io quattro anni fa ero lì, sul tetto, e la nostra posizione non è cambiata di un millimetro. Siamo noi che facciamo conoscere quello che fanno dentro questi palazzi, attraverso manifestazioni colorite, ma mai violente. Ha ragione Di Maio, sono loro i violenti”.