La direzione del Partito Democratico, riunita in congresso oggi, ha deciso che ci sono le basi per convocare un’assemblea subito, evidentemente tra sabato e domenica prossima, per dare l’avvio al congresso del PD. A favore hanno votato in 107, 12 i contrari e 5 gli astenuti. Via libera, quindi, alla linea del segretario, Matteo Renzi. A firmare l’odg Mirabelli (Areadem), Ermini e Marcucci (renziani), Paris (giovani turchi), Campana (area di Maurizio Martina).
La mozione della maggioranza, che ha vinto, chiede che si faccia il possibile per arrivare al voto anticipato e formare un nuovo governo fin da giugno. Quello della minoranza, invece, chiedeva di “sostenere il Governo Gentiloni fino a scadenza naturale mandato”, la “convocazione di un congresso in tempi tali da garantire il coinvolgimento della nostra comunità con una discussione larga e approfondita.
A parlare nel congresso odierno anche l’ex Premier, Matteo Renzi, che ha affermato come il PD debba tornare unito per il bene dell’Italia, di stare al passo dei maggiori partiti europei e fare di tutto per migliorare la condizione della Penisola. Inoltre Renzi ha anche parlato della caduta del Governo dopo le elezioni del referendum dello scorso 4 dicembre.
Questo quanto ha affermato Renzi: “L’analisi del voto l’abbiamo fatta: io ho pagato il pegno, mi sono dimesso. Se l’errore principale della campagna elettorale è stata la personalizzazione, ho cercato di evitare la personalizzazione almeno nel post referendum. Da due mesi la politica italiana è bloccata. Improvvisamente è scomparso il futuro da ogni narrazione. L’Italia si è rannicchiata nella quotidianità. Non voglio nessuna scissione: se deve essere, sia una scissione sulle idee, senza alibi, e non sul calendario. Agli amici e compagni della minoranza voglio dire: mi dispiace se costituisco il vostro incubo, ma voi non sarete mai il nostro avversario, i nostri avversari sono fuori da questa stanza. Non possiamo più prendere in giro la nostra gente”.