Il disturbo bipolare, secondo il DSM 5, la Bibbia degli psichiatri, è un disturbo dell’umore caratterizzato da gravi alterazioni dell’equilibrio timico (umore e stati emotivi). Nel corso della vita di costoro si alternano episodi di mania o ipomania, elevazione del tono dell’umore e di depressione, calo del tono dell’umore.
Ho tentato di addentrarmi dall’interno, nei meandri di questo disturbo assai invalidante tramite un’intervista ad un mio amico. Nel leggermi, vi prego di riservare il massimo rispetto in merito a ciò che appurerete: molti di questi disturbi sono ancora sconosciuti ai profani, vengono annoverati negli argomenti taboo ed osservati, nonché giudicati con un palpabile distacco e talvolta addirittura scherno o timore.
Vi invito ad avvalervi di tutta la comprensione ed umanità della quale siete certamente provvisti nell’introdurvi in queste dinamiche così delicate e ad ammirare il coraggio di costui, un uomo, il qual ha deciso di prestarsi affinché potessimo imparare qualcosa dalla sua straziante esperienza di vita.
Disturbo Bipolare: testimonianze, la storia di Nino
Nino è un ragazzo a modo, molto educato, gentile e profondamente disponibile, ma da una moltitudine di anni combatte una faida per non soccombere alla sua malattia.
Malauguratamente dal bipolarismo non si può guarire, si può unicamente imparare a conviverci attraverso l‘assunzione dei farmaci. Nino è il suo vero nome, ed è uno degli uomini più coraggiosi che io conosca; quando gli ho domandato se preferisse usassi uno pseudonimo, mi ha risposto “Basta vergognarmi, scrivi senza remore o filtri tutto ciò che ti ho detto. Vorrei che le persone comprendessero finalmente che la malattia mentale non è sempre grave e pericolosa e men che meno contagiosa”.
Egli scopre a soli ventitré anni di essere affetto da disturbo bipolare, dopo che per due anni lo avevano curato erroneamente per una semplice depressione. Prima di questa drastica rivelazione avviene l’impensabile, viene strattonato da uno sciagurato desiderio: Nino tenta di togliersi la vita.
La necessità di assumere farmaci
In seguito a questo episodio viene infine affidato alle cure di un altro medico che gli diagnostica il suo attuale disturbo. Rammentiamo che il nostro protagonista al tempo non era che un ragazzo, Inizialmente non capisce pienamente cosa questo determini per lui, per la sua psiche o per la sua vita, si convince sarebbero mutati unicamente i farmaci.
Nino ha scoperchiato il vaso di Pandora, si è schiuso con me e di ciò gliene sono infinitamente grata, mi ha esaustivamente spiegato cosa implica essere affetti da questo disturbo: egli oscilla da rari attimi di felicità alla tristezza con un’ampiezza di variazione non sempre uguale o definibile e con estremo sforzo e complessità.
Alterna momenti di gioia ed allegria, tuttavia basta un nonnulla, un battito di ciglia, come il parere negativo di un amico per farlo piombare nel baratro della depressione, dalla quale appare inattuabile poter emergere ed impercorribile una possibile risalita.
Vi sorprenderà, così come ha lasciato sgomenta me, apprendere che questi momenti di down non siano effettivamente i più deleteri e nemmeno quelli più potenzialmente pericolosi.
Sintomi del disturbo bipolare: euforia e depressione
La vera sfida insorge nelle fasi di euforia dove rischia di compiere danni irreparabili, sciupare e deteriorare la qualsiasi nonostante si percepisca assolutamente lucido: difatti in questi periodi soleva assumere ingenti quantità di alcool, spendere somme smoderate e si avvaleva perfino della compagnia di prostitute.
La circostanza sia ben noto assuma una terapia farmacologica lo pone in una condizione di pressante disagio non colmabile, il senso di vergogna lo opprime e giunto alla stremo delle sue forze, Nino decide di interrompere la sua terapia a base di litio per ben tre volte.
La disintossicazione dai farmaci lo rende propositivo, si sente divinamente, ciò mette inoltre in evidente visibilità che in troppi lo avevano fatto sentire un essere dalle sembianze mostruose a causa della sua malattia così come una ex fidanzata della quale era follemente innamorato: ella lo liquidò asserendo che su di lei incombevano già sovrabbondanti dilemmi per potersi occupare anche di lui, delle sue complicazioni.
Come se qualcuno glielo avesse chiesto. Improvvisamente, l’assenza dei farmaci diviene motivo di sconquasso: Nino devasta a calci le due auto appartenenti i suoi genitori, subentra la paranoia, ritiene di essere seguito e spiato, parla a voce decisamente elevata mettendo in imbarazzo il prossimo e non è più in grado di lavorare con costanza, abbandona i posti di lavoro.
Che ne è di Nino oggi?
Si è prestato ad un ricovero volontario in una clinica psichiatrica nel 2007, asserisce di essere stabile e non ha mai più interrotto la sua terapia. Essa però presenta degli effetti collaterali, come del resto tutti i farmaci, gli inducono un gargantuesco senso di fame chimica con inevitabile aumento di peso.
Ciononostante il tenore del suo umore è sotto controllo, il flusso di depressione ed euforia è contenuto, eppure le difficoltà psicologiche permangono nella trepidante attesa di essere nutrite e nella viva speranza che un giorno una terapia possa funzionare.
Oggi Nino fa ciò può e che deve per sopravvivere ai suoi demoni e convivere col suo personale inferno e cioè il terrore di essere discriminato e tacciato di pazzia. Tutti coloro che disdegnano e guardano con nemmeno troppo velato disprezzo alle malattie mentali dovrebbero raschiare il loro cuore guasto alla ricerca di un barlume di umanità e il loro cervello, alla affannata caccia al tesoro di una briciola di acume.
Nino non è affatto folle, lo sarebbe se si lasciasse andare e rimanesse in balia degli eventi, ma lui lotta strenuamente per la sua vita, per mantenere il suo equilibrio e ciò lo rende oltremodo eroico.