È giusto che chiunque, dopo tanti sacrifici, obiettivi raggiunti, battaglie perse e guerre vinte si goda i frutti del suo lavoro e i successi che ha ottenuto grazie alla sua costanza. L’espressione Dormire sugli allori si riferisce proprio al godimento, forse troppo, dei propri successi in uno stato di immobilità e di inoperosità. Ma perché l’alloro?
Riferimenti mitologici
Tutto inizia da una disputa tra due divinità: Apollo ed Eros. Il mito vuole che Apollo abbia offeso Eros, il dio dell’Amore, dicendogli di essere un arciere più bravo di lui. Eros, risentito per le sue parole, preparò allora due frecce: una intrisa di antipatia e l’altra di passione. La prima venne scagliata contro il cuore della giovane ninfa Dafne, la seconda contro Apollo in modo da far nascere in lui un amore non corrisposto.
Dafne, per scampare alle grinfie di Apollo, si rifugiò subito nei boschi ma fu tutto inutile poiché Apollo riusciva sempre a raggiungerla. Sfinita dalla continua fuga, Dafne rivolse quindi una preghiera alla Madre Terra che decise così di trasformarla in un albero di lauro (alloro).
Nelle Metamorfosi Ovidio scrive: “At, quoniam coniunx meam non potes esse/ arbor eris certe-dixit-mea! Semper habebunt/ te coma, te citharae, te nostre, laure, pharetrae;/ tu ducibus latiis aderis, cum laeta Triumphum/ vox canet et visent longas Capitolia pompas” e cioè “dal momento che non sarai la mia sposa, sarai certamente la mia pianta! Sempre te avranno (per ornamento) i capelli, la cetra, o lauro, le nostre faretre; e il capo dei condottieri latini quando una voce esultante intonerà il trionfo e il Campidoglio vedrà fluire i cortei”. (libro I, vv 557-560).
Per volontà del Dio Apollo l’alloro venne dichiarato la pianta del suo culto con la quale cingere da lì in poi le teste di coloro che si sarebbero coperti di gloria ed onori.
L’alloro oggi
Sin dal Medioevo l’alloro viene usato come ornamento e riconoscimento di titoli di studio elevati come quelli accademici: non a caso il verbo laureare significa letteralmente “ottenere la corona d’alloro”. La corona d’alloro, nelle epoche passate, spettava infatti ai sommi poeti: basti pensare al sommo poeta per eccellenza, Dante Alighieri, spesso raffigurato con il capo cinto dalla corona di alloro. Non solo le teste dei letterati ma anche quella degli atleti ancora oggi vengono coronate per le loro vittorie
Significato dell’espressione
L’alloro dunque è sinonimo di successo e questo dato è universale. Particolare invece è la modalità con cui si gode il proprio trionfo. L’espressione dormire sugli allori è infatti una esortazione a non rimanere nell’inoperosità e quindi a non fermarsi a quegli allori raggiunti.
La ricerca del proprio successo deve essere continua poiché essa fa sì che l’uomo riesca sempre a spronare se stesso a fare di più e a non accontentarsi mai.