Elezioni politiche del 4 marzo. Hanno impedito di avviare al partito +Europa di Emma Bonino da subito la raccolta delle firme nei collegi plurinominali. L’ex radicale rincara la dose e parte all’attacco del Partito Democratico. È diretto il suo intervento e spiega come non sia possibile un apparentamento tra il partito che rappresenta +Europa e quello Democratico. Il motivo spiega la Bonino è l’interpretazione giuridicamente surreale, incostituzionale della legge elettorale.
E nonostante le tempestive e reiterate denunce né il governo né il Pd hanno voluto o saputo rettificare. Come abbiamo detto ieri. Hanno impedito da subito di poter avviare al partito +Europa la raccolta delle firme nei collegi plurinominali. E questo, dice nella nota, ha messo a repentaglio la presenza della lista per le elezioni.
Elezioni Politiche 2018: Il PD non tende verso Bonino
Ufficialmente il partito di Renzi aveva risposto “Vi aiuteremo a raccogliere le firme”. Interpretato, “Se non avete il pane vi daremo le brioche.” E ancora: “La versione ufficiosa pubblicata da mezzi di stampa e dalle agenzie è che stiamo creando grane – dice la Bonino – per una questione di posti. È falso in modo plateale perché il problema che viene posto dal partito da lei capeggiato riguarda i candidati del Pd uninominali e non quelli del partito che lei rappresenta. Per iniziare la raccolta delle firme tra Pd e + europa secondo il Viminale si dovrebbe scrivere sui moduli per Camera e Senato i nomi precisi e non modificabili di 348 candidati uninominali di Pd e di altre liste di coalizione”.
Esentate dalla raccolta firme e decisi negli ultimi giorni o il 29 gennaio. In quella data sarà impossibile, spiega ancora, raccogliere, autenticare e corredare dei certificati elettorali con le firme di 25.000 italiani. “Non possiamo scrivere sui nostri moduli se e dove si candideranno Renzi, Martina, Orfini, Franceschini, Minniti, Fassino, Rosato, Zanda, Nencini, Lorenzin.. (e potrei continuare con centinaia di nomi). E anzichè rispondere, conclude, ci accusano di fare manfrina per le nostre eventuali candidature”. Insomma, di male in peggio per Bonino.