Errare è umano, perseverare è diabolico: storia e significato del detto

Nessuno è perfetto, quindi tutti sbagliano. Tutti commettono errori e tutti possono ancora sistemare le cose, ma quando l’errore si ripresenta più volte vuol dire che c’è qualcosa che non va. Errare è umano, perseverare è diabolico indica proprio una non consapevolezza da parte di chi commette l’errore di essere nel torto o di far del male a qualcuno.

Origine del detto

Il detto era già popolare ai tempi dell’antica Roma: una prima versione si trova nelle Filippiche (XII, 5) di Cicerone (103 a.C.- 46 a.C): “cuiusvis hominis est errare, nullus nisi insipientis in errore perseverare”, letteralmente “errare è di ciascun uomo, perseverare nell’errore solo dell’insensato”.

In un momento di crisi come gli ultimi anni della Roma Repubblicana, Cicerone espone in senato le sue orazioni contro Marco Antonio poiché quest’ultimo risulta pericoloso per le sorti della res publica. Nonostante alcuni tentativi di bloccare la sua azione, Antonio continua con le sue fruttuose tattiche politiche tanto da ottenere sempre più potere.

La frase che usa Cicerone intende far capire che sarebbe solo di uno sciocco mandare una nuova ambasceria ad Antonio per tentare di farlo ragionare dal momento che quella precedente non ha avuto successo.

Sant’Agostino

All’indomani della caduta dell’Impero Romano d’Occidente, la frase viene ripresa dal filosofo e teologo Agostino d’Ippona sotto altra forma: “humanum fuit errare, diabolicum est per animositatem in errore manere”, ossia “errare fu umano, diabolico è rimanere nell’errore per il coraggio”.

La frase è presente nei suoi Sermones e qui viene interpretata religiosamente come un monito alla persona che sbaglia, dal momento che è giusto che sbagli perché fa parte della natura umana ma ciò non costituisce un’attenuante dell’errore reiterato.

Significato

Il significato attuale dell’espressione errare è umano, perseverare è diabolico è sostanzialmente lo stesso di quello professato da Sant’Agostino e molto attuale perché riguarda tutto il genere umano. Ognuno fa degli sbagli e questi sbagli devono servire da esperienza, da mezzo con cui non commettere ulteriori sbagli.

Ma se si continua nell’errore significa proprio che non si vuol capire e ammettere le proprie colpe. Del resto non si dice sbagliando si impara? Si perchè lo sbaglio non è mai un fallimento ma sempre una lezione.