Otto persone sono state fermate a Torino perché sospettate di aver causato il panico il 3 giugno 2017 durante la proiezione su maxi schermo della finale di Champions League che portò al ferimento di 1.526 persone. Omicidio preterintenzionale è una delle accuse mosse dalla procura di Torino a due degli arrestati: il reato si riferisce alla morte di Erika Pioletti, che era fra i presenti. Oltre alla rapina ci sono ulteriori accuse: lesioni nei confronti di circa 300 persone.
La banda agiva sempre allo stesso modo: usava lo spray al peperoncino per seminare il panico e poter derubare indisturbati. E poi pubblicava sui social le immagini della refurtiva: orologi di lusso, gioielli, cellulari.
Hanno seminato terrore in Italia e all’estero
È successo più volte a Torino, in occasione del Kappa Futurfestival al Parco Dora e del concerto di Elisa e Ghali alle Officine grandi riparazioni.
È successo a Verona. Modena, ma anche a Parigi, Francoforte, Rotterdam.
E ancora ad Amsterdam e a Berlino, dove tra il 2 e il 5 marzo scorso hanno derubato sette collane in oro, un Rolex, un profumo Paco Rabanne e uno Cavalli.
Finalmente la svolta grazie all’ennesimo post su Facebook
A coordinare le indagini sono il procuratore Armando Spataro e i pm Antonio Rinaudo e Vincenzo Pacileo, ma a dare una svolta definitiva alle indagini degli inquirenti è stato uno dei post su facebook, postato da un membro della banda subito dopo aver derubato tre collane in piazza San Carlo.