Si chiama Fred ed è il nuovo update di Google per la qualità dei contenuti. Un aggiornamento del vecchio Panda per gli addetti ai lavori, un cambio del famoso “algoritmo di Google” per far capire a chi non opera nel settore. Fred, così come è stato rinominato questo piccolo terremoto nei risultati di ricerca, è arrivato anche in Italia. Già a febbraio si erano avuti i primi sentori, con le prime indiscrezioni circolate in Rete, tra forum e siti di settore. Ora è arrivata la conferma.
FRED, PANDA E GOOGLE: COSA CAMBIA?
L’ultimo update di Google, mirato ad un miglioramento della qualità complessiva dei risultati delle SERP (i link che vedete quando effettuate una ricerca online), ha dato il via ad una serie di scossoni. Ad essere puniti soprattutto i siti di news, magazine più o meno seri, siti di bufale e progetti nati solo ed esclusivamente per un motivo: monetizzare (altro che informare). Penalizzazioni in corso e traffico in calo anche per quei portali che nell’ultimo periodo hanno abusato della presenza di banner pubblicitari, rendendo le proprio pagine scarsamente fruibili (e utili) per l’utente.
QUALITA’ DEI CONTENUTI: FRED FRATELLO MINORE DI PANDA?
Secondo Dario Ciracì, l’autore di uno dei post più interessanti e completi sull’argomento in Italia, più che parlare di Fred, si dovrebbe parlare di una seconda fase di Panda, l’algoritmo che nel 2011 ha penalizzato milioni di siti web nel mondo, basandosi appunto sulla qualità dei contenuti. Il terremoto di questi giorni sarebbe un prosieguo di quel lavoro di “pulizia” delle SERP che Google ha annunciato da tempo e che sta via via mettendo in pratica.
QUALI SONO I SITI PENALIZZATI DA GOOGLE?
Non ci sono dati ufficiali, né ufficiosi, sui siti web che hanno maggiormente risentito di questo recente update di Google. Ma è possibile, leggendo le opinioni degli addetti ai lavori e col supporto di qualche tool dedicato, individuare la tipologia di progetti finiti sotto la lente d’ingrandimento dei “quality rater” di Google. Lo stesso Ciracì, all’interno della sua dettagliata analisi, ha mostrato alcuni esempi che lasciano pochi dubbi: portali come BlastingNews e IlSussidiario sembrano aver perso circa il 50% del traffico organico. In netto calo anche i tanto discussi siti di bufale ed anche i “finti” di siti di news, vale a dire quei progetti realizzati solo ed esclusivamente per monetizzare con l’advertising, senza offrire realmente delle informazioni utili all’utente.
FRED, PANDA E PENALIZZAZIONI: ALTRI ESEMPI
Puniti, stando alle stime dei tools, anche quei siti come ForexInfo e CentroMeteoItaliano che, per la discutibile correlazione tra l’argomento portante del sito stesso ed i contenuti quotidianamente pubblicati, erano considerati dagli addetti ai lavori un po’ l’emblema del tentativo (riuscito, fino a pochi giorni fa) di sviare sia l’utente che lo stesso Google.