Incendio Notre Dame de Paris previsto da Victor Hugo

L’incendio di Notre Dame di Parigi sembra essere stato profetizzato da Victor Hugo nell’opera Notre Dame de Paris scritto nel 1831

victor_hugo_notre_dame

L’incendio di Notre Dame di Parigi rieccheggia nelle frasi di una celebre, quasi profetica, opera letteraria di Victor Hugo dal titolo Notre Dame de Paris scritto nel 1831. Si legge nell’incipit: “Tutti gli occhi si erano alzati verso il sommo della chiesa, ciò che vedevano era straordinario. In cima alla galleria più elevata, più in alto del rosone centrale, c’era una grande fiamma che montava tra i due campanili, con turbini di scintille, una grande fiamma disordinata e furiosa di cui il vento a tratti portava via un limbo nel fumo”.

Una risposta di classe all’ironia incomprensibile con cui la rivista settimanale francese Charlie Hebdo ha ritratto il rogo.

Una descrizione sorprendente ma quanto meno distorta, dal momento che Hugo parlava di un escamotage utilizzato da Quasimodo per distrarre i “truands”. Lo scrittore francese criticava lo stato di degrado della cattedrale nel romanzo, con l’obiettivo di spronare l’élite politica ad avviare i restauri necessari.

A tal proposito scrisse:

Il tempo è cieco e l’uomo è stolto. (…) Se avessimo il piacere di esaminare una ad una le diverse tracce di distruzione impresse sull’antica chiesa, quelle dovute al tempo sarebbero la minima parte, le peggiori sarebbero dovute agli uomini”.

Un monito palesato da Victor Hugo che sa quasi di sconfitta per un monumento, simbolo della capitale francese, che duecento anni prima fu salvata dal degrado e dall’incuria che rischiavano di comprometterne la struttura.

Victor Hugo e l’amore per Notre Dame

Si tratta di un atto d’amore verso un monumento simbolo che ci ricorda inevitabilmente Quasimodo, uno dei personaggi iconici del romanzo e protagonista, descritto come un essere deforme, guercio, zoppo, sordo per la sua prolungata vicinanza con le campane.

A causa di questo suo aspetto informe, dovuto alla cifosi, è stato ribattezzato “il gobbo di Notre-Dame”, avente il compito di suonare le campane della cattedrale, nell’edificio dove vive nascosto da tutti e del quale è simbolo, cuore e anima.

Ma cosa ha spinto Victor Hugo a scrivere uno dei romanzi più celebri del panorama letterario europeo e internazionale? Leggenda narra che a spingere lo scrittore francese sia stata una scritta incisa sul muro di una torre: ANÁΓKH (Ananke).

I caratteri greci, segnati con una calligrafia tipicamente gotica, colpirono l’autore romantico per il senso di tristezza, di abbandono e di ineluttabilità che esprimevano. Il termine rimanda infatti alla dea del Fato, centrale anche nella trama.

 

 

Scritto da Veronica Mandalà

Palermitana d'origine, amo scrivere di tutto e osservare la realtà a 360 gradi.