Interrogatorio per l’unico per ora arrestato nell’inchiesta appalti Consip Alfredo Romeo. I magistrati lo stanno sottoponendo in queste ore a un interrogatorio in carcere ma già è iniziato a trapelare qualche indiscrezione sulla sua linea difensiva.
In particolare i due legali che difendono l’imprenditore all’ingresso nel carcere di Regina Coeli hanno tenuto a chiarire che il loro assistito non ha mai conosciuto Tiziano Renzi, padre di Matteo Renzi, e indagato nella stessa inchiesta che ha fatto finire in carcere l’imprenditore. Gli avvocati Francesco Carotenuto, Giovanni Battista Vignola e Alfredo Sorge hanno anche ribadito che Romeo non è venuto mai in contatto neanche con nessuno dell’entourage del padre dell’ex presidente del Consiglio.
QUAGLIARELLO: HO CONOSCIUTO ROMEO, MA…”
Una linea difensiva chiara quella di Romeo in un caso che però mette in mostra tanti dubbi e tanti sospetti. Infatti nelle ultime ore Gaetano Quagliarello leader del Movimento Idea al Corriere della Sera ha fatto sapere in merito a un suo coinvolgimento nell’inchiesta: “Certo che con Romeo ci siamo visti, ma prima che esplodesse il caso giudiziario. Certo non con una cadenza quotidiana, e neppure settimanale. Del resto parliamo di un importante imprenditore meridionale che si occupa della pulizia degli uffici dei Servizi segreti come del Senato, per non parlare degli altri appalti”.
ORLANDO: “NON ENTRO NEL MERITO DELL’INCHIESTA”
Si tiene invece fuori dalla contesa che sta scuotendo il mondo imprenditoriale e politico italiano il ministro della Giustizia Andrea Orlando che a precisa domanda sul caso Consip ha risposto: “La separazione tra i poteri deve essere rigidissima. E come Guardasigilli devo garantire l’autonomia e l’indipendenza della magistratura. Non ho mai cercato quindi di capire come vanno le inchieste”.