Inchiesta Appalti Consip, Luca Lotti è nei guai: la sua difesa su Facebook

Luca Lotti

Luca Lotti ha già presentato la sua difesa social sull’inchiesta per gli appalti della Consip. Il ministro dello Sport, braccio destro di Matteo Renzi, è indagato per rivelazione del segreto d’ufficio da dicembre: appena la notizia si è diffusa ha chiesta di essere ascoltato dai magistrati, respingendo qualsiasi addebito.

Dopo l’arresto dell’imprenditore napoletano, Alfredo Romeo, e l’appesantimento della situazione di Tiziano Renzi, padre dell’ex premier, Luca Lotti è tornato sull’inchiesta relativa agli appalti della centrale per gli acquisti della Pubblica amministrazione: “Per essere ancora più chiaro: non mi occupo e non mi sono mai occupato di gare Consip, non conosco e non ho mai conosciuto il dottor Romeo”, ha scritto sul proprio profilo Facebook.

LA DIFESA SOCIAL DI LOTTI

“La verità – ha aggiunto il ministro – è che due mesi fa mi hanno interrogato su una presunta rivelazione di segreto d’ufficio. Si tratta di un reato che si ripete tutti i giorni in alcune redazioni ma che io non ho mai commesso. Lo ripeto con forza e sfido chiunque oggi dica il contrario ad attendere la conclusione di questa vicenda così paradossale. A tirare in ballo il ministro, tuttavia, è stato il numero uno della Consip, Luigi Marroni, che nell’interrogatorio ai carabinieri ha spiegato: “A luglio 2016 durante un incontro Luca Lotti mi informò che si trattava di un’indagine che riguardava anche l’imprenditore campano Romeo. Delle intercettazioni ambientali nel mio ufficio l’ho saputo non ricordo se da Lotti o da un suo stretto collaboratore”. 

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LE INCHIESTA DI LOTTI, UN GUAIO PER RENZI

In pieno clima da congresso nel Pd, l’inchiesta su Lotti rappresenta un problema serio per Renzi: è stato sempre considerato un fedelissimo dell’ex presidente del Consiglio. Per questo il Movimento 5 Stelle ha presentato una mozione di sfiducia in Parlamento: vuole colpire il ministro dello Sport per indebolire il dimissionario segretario dem. Ma Lotti ha già lasciato intendere di non voler fare passi indietro e sull’ipotesi di sfiducia ha commentato “Se non fosse una cosa seria, ci sarebbe da ridere”.