Schermi in 4K, applicazioni ottimizzate per dispositivi mobile, grafiche iper-realistiche, realtà aumentata (AR), realtà virtuale (VR) ma soprattutto Intelligenza Artificiale (AI). É questo il futuro dell’iGaming, che sta puntando con sempre nuova e rinnovata insistenza sulle ultime tecnologie ingegneristiche per rendere l’esperienza ludica dei giocatori più coinvolgente e appassionante da qualunque device: PC, tablet e smartphone. Tutto è in continua evoluzione. L’intelligenza artificiale segna il passo.
Per capire i motivi che hanno portato l’intelligenza artificiale a diventare il fulcro innovativo dei videogame in streaming, online o da PC/tablet/smartphone occorre fare un passo indietro e capire cosa si intende per intelligenza artificiale. Si tratta di sistemi informatici in grado di simulare il comportamento del pensiero umano sulla base di un apprendimento continuo basato sulle nostre azioni. La macchina, per usare un termine generico e asimmetrico rispetto ai livelli di progresso raggiunti, impara dai nostri comportamenti: accumula cioè informazioni e le utilizza per finalità predittive.
Basti pensare che ogni attività posta in essere da un utente online viene generalmente intercettata, archiviata e utilizzata per studiare il comportamento dell’utente stesso e dell’umanità in genere. Il processo viene definito tecnicamente estrazione di valore a partire dai dati disponibili: un surplus comportamentale che può essere utilizzato dall’IA per anticipare le nostre azioni future. La macchina impara a pensare esattamente come noi, in maniera razionale. Risolve problemi come noi e meglio di noi perché sfrutta la conoscenza basata su miliardi di dati accumulati: una mole pressoché infinita che una persona comune non potrà mai immagazzinare.
Sulla base di questo meccanismo ingegneristico-informatico, la macchina, o meglio i software, possono essere progettati con finalità pensanti e, nel caso dell’iGaming, sfidanti: il player avversario non è più l’amico d’infanzia in salotto seduto sullo stesso divano, e nemmeno l’utente in Nuova Zelanda che ad un orario indefinito del giorno e della notte prova a sfidarci a Fortnite. L’avversario o il playmate è esattamente l’intelligenza artificiale per interposto nickname. Si gioca con o contro l’intelligenza artificiale. Sfida impari o alla pari?
L’iGaming sta puntando, è già punta ormai, a questo nuovo livello di interazione uomo-macchina. Non si tratta della vecchia competizione con il PC anni duemila, con il videogame stile Nintendo e Sega Master System anni ‘90 oppure della console Sony PlayStation degli ultimi anni: si tratta di una competizione con un essere pensante che non esiste, almeno nelle fattezze, ma esiste nei circuiti fisici o in cloud da quarte parte del mondo. Che siano arcade, giochi di fortuna, sparatutto, competizioni sportive o rompicapo, l’IA garantisce livelli di difficoltà umani adeguati all’esperienza del giocatore, con livelli di imparzialità e casualità assolutamente naturali e realistici.
Uno dei comparti videoludici che piú sta sfuttando l’Intelligenza artificiale é sicuramente quello del gioco online. Per rendersene conto e toccare con mano l’avanzamento tecnologico di questa tipologia di giochi grazie all’IA, si possono visitare i cosiddetti portali aggregatori online che offrono la possibilità di giocare in modalità free trial ai migliori titoli in circolazione, realizzati con intelligenza artificiale, sfruttando i migliori bonus casino messi a disposizione dalla piattaforma e utilizzabili senza spendere soldi reali.
Ovviamente anche i videogiochi per console e PC tradizionali stanno beneficiando di questo tipo di tecnologia. I personaggi dell’intelligenza artificiale sono reattivi, creativi, quasi emozionali. Per i suoi giochi della Terra di Mezzo, lo sviluppatore Monolith ha creato l’acclamato sistema AI Nemesis, che consente ai nemici-software di ricordare i loro combattimenti contro il player. Il recente Watch Dogs: Legion genera storie di vita, relazioni e routine quotidiane in base ad ogni londinese con cui interagisci. Il gioco d’avventura AI Dungeon utilizza invece il modellatore di linguaggio naturale GPT-3 di OpenAI per creare nuove esperienze narrative. Insomma, vedremo sempre di più nuove forme di gioco che sfruttano i sentimenti di creatività, amore e gioia più del trionfo o del dominio: tutti appresi dalla macchina in base all’interazione e all’accumulo di dati ed esperienza umani di diversi generi, etnia e cultura (anche questo per evitare una soggettività legata a target troppo specifici di “umani”).
Electronic Arts sta progressivamente esaminando lo sviluppo di sistemi in grado di utilizzare l’apprendimento automatico per replicare le espressioni facciali, i tipi di pelle e i movimenti del corpo da video e foto, piuttosto che dover portare attori in uno studio mo-cap. EA sta anche cercando di impiegare contenuti generati dagli utenti nei giochi e consentire ai giocatori di creare un avatar unico catturando le proprie sembianze ed espressioni su uno smartphone o una webcam e caricandolo nel gioco. Anche il portale specializzato 1bet offre numerose soluzioni online in tal senso.
“Gli algoritmi AI possono essere creati per sviluppare, crescere e imparare nel tempo”, afferma Jimmy Bischoff, direttore della qualità di Xbox Game Studios. Maggiori saranno i dati accumulati, maggiori, o infiniti, saranno i nemici, o i playmate, contro o con cui giocare. Tutto, unicamente nell’interesse ultimo degli appassionati di videogame. O almeno si spera.