I dati ISTAT hanno certificato che l’Italia si trova ufficialmente in fase di recessione. L’annuncio è stato dato dal Premier Conte che ha commentato i dati arrivati dall’Istituto nazionale di Statistica. La discussione intorno ai dati del PIL anima da settimane sia la maggioranza, attualmente in una fase di crisi, sia le opposizioni preoccupate per le rilevazioni. Nello scorso trimestre, il PIL è calato dello 0,2 ed il calo si è attestato per il secondo trimestre di fila. Ma vediamo che significa essere in recessione.
Italia in Recessione: quando inizia la crisi?
Il concetto della recessione per uno Stato si basa sulla decrescita generale dell’economia. Il dato può dipendere da diversi fattori, uno di quelli determinanti in questo caso è stato il calo della produzione industriale in tutta Europa e specialmente in Italia. Se nel continente il calo si è attestato al -1,7%, nel nostro paese si è registrato un -2,6%.
Attualmente si entra “ufficialmente” in fase di recessione quando per due trimestri consecutivi le variazioni sul PIL portano il segno meno. Va da sè che è un dato relativo e non assoluto e, non basandosi su presupposti annuali, è suscettibile di modifiche. Non sarebbe la prima volta che il PIL cala nel primo semestre e cresce nel secondo, facendo registrare un segno + alla fine dell’anno in questione.
Nonostante i dati non siano dei migliori, le previsioni dei grandi della finanza sulla variazione annuale del PIL italiano non cambiano. Il Fondo Monetario Internazionale pronostica una crescita del +1% nel 2019, la banca d’affari Goldman Sachs pronostica un +0,4%, mentre la società di gestione Pimco non prevede variazioni e crede in un leggero ribasso.