La semiotica biblica offre un nuovo approccio del Testo Sacro in un ascolto attivo, rinnovato e rigoroso della Parola

Nonostante la semiotica sia nata al di fuori del territorio biblico, tuttavia, per oltre trent’anni, questa dottrina ha incrociato spesso la sua strada con la Bibbia. Sono molteplici gli incontri e le scoperte che hanno segnato questo lungo periodo e i cambiamenti che hanno generato.

L’incontro tra semiotica e Bibbia è stato un avvicinamento sorprendente per il suo impatto sulla teoria e pratica culturale. Fu intorno agli anni ’70 che la semiotica interessandosi alla Bibbia, ha cercato di portare rigore al territorio che fino a quel momento era stato più resistente ad un approccio scientifico: la Bibbia considerata esclusivamente nella sua dimensione letteraria, la Bibbia come “solo un testo da leggere”.

Prima di tutto c’era questa evidenza: la semiotica biblica era, fin dall’inizio, esplicitamente collocata a un bivio. Radicato inizialmente, come abbiamo visto, nelle scienze del linguaggio nella misura in cui ha sviluppato una teoria del significato. Faceva anche parte della sua assidua pratica di lettura nel campo della critica letteraria. Ha quindi invitato linguisti, filosofi e letterati a riunirsi. Ma si è scoperto che il contatto con la Bibbia impegnava ancora di più la semiotica biblica nell’interdisciplinarità, poiché la sua conoscenza apriva anche gli immensi campi dell’esegesi, della teologia e dell’antropologia.

Possiamo quindi dire che, sin dal suo inizio, la semiotica biblica non è stata né una teoria del suo significato, né una riflessione sul linguaggio, né un modello di analisi testuale – e ancor meno un metodo di lettura – né una delle strade aperte per l’esplorazione del testo biblico, né infine il luogo di un’elaborazione teologica. Sviluppandosi simultaneamente su queste varie linee, è stato, ed è tutto questo allo stesso tempo. O meglio, è “tutto questo insieme”. Più che come una somma improbabile, è giusto definirla con questo progetto di articolazione tra vari campi. Da qui il proprio dinamismo che lo caratterizza: non può privilegiare una dimensione ad esclusione delle altre, perché procede sempre in un andirivieni che la ravviva dall’una all’altra.

La seconda caratteristica della semiotica biblica riguarda l’ordine delle letture dei vari capitoli e versi del Testo Sacro. Ciò che lo distingue più chiaramente, fin dall’inizio, è l’approccio prioritario dato alla lettura della Bibbia: tutti i campi che abbiamo appena menzionato sono stati esplorati da questo primo terreno fertile. Da una tale prospettiva, il testo assume essenzialmente lo status di oggetto di studio e diffusione della cultura. Al tempo stesso come testo da leggere, e forse ancor prima come luogo privilegiato per la manifestazione di questo significato alla cui esplorazione la semiotica era condannata. La letteratura era, inoltre, in questa prospettiva, confinante con altri campi artistici: immagine, architettura, sociologia.

Tanto più che ha portato a un altro sviluppo, che individua la terza caratteristica della semiotica biblica. Il progetto di una lettura della Bibbia effettuata con i nuovissimi strumenti della semiotica ha provocato un incontro senza precedenti tra circoli accademici dove fino ad allora era rimasto confinato e normali praticanti – generalmente cristiani e più raramente accademici – del testo biblico. È così che la lettura semiotica ha attraversato la tradizione cristiana di un approccio collettivo alla Bibbia, riscoprendo così alcune delle domande sollevate da Agostino nel “De dotrina christiana”.

Questo incontro ha portato allo sviluppo di una “analisi semiotica” che si è gradualmente trasformata in una “lettura di gruppo della Bibbia“: una lettura effettuata, ovviamente, per mezzo di strumenti e concetti semiotici e in dialogo con essi, ma anche e anche inizialmente messo al servizio dell’apprensione collettiva del testo biblico.  A tal proposito la Bibbia on line offre un’introduzione generale che illustra con chiarezza i principi per una lettura orante della Bibbia ed è pensata proprio per una lettura orante della Parola, in un clima di ascolto e di dialogo con dio. La veste grafica favorisce tutti gli elementi per la comprensione del testo.

Ci resta da chiarire un ultimo punto: il luogo a cui si apre questa prospettiva di incontro tra semiotica e racconto biblico. La lettura semiotica della Bibbia ovviamente alimenta la teologia. La semiotica biblica intende le Scritture come un appello rivolto ai lettori di oggi per incoraggiarli ad entrare in un ascolto attivo, rinnovato e rigoroso della Parola. Alcune parole del profeta Isaia sembrano formulare il più fedelmente possibile i termini di questo invito: “Tutti voi che avete sete, venite, ecco l’acqua! Anche se non hai soldi, vieni a comprare e consumare; vieni a comprare vino e latte, senza soldi e senza pagare nulla. “(Isaia, 55, 1)