La Via Crucis del Colosseo ricorda donne e bambini mercificati

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La Via Crucis del Colosseo, presieduta dal Papa ha raccontato quest’anno il dramma della mercificazione delle donne sfruttate, umiliate e oppresse. Le parole e i racconti dei fatti denunciati sono state affidate a Suor Eugenia Bonetti, missionaria della Consolata e presidente dell’associazione “Slavers no more” (mai più schiave), che ha riportato le esperienze di alcune sventurate venute in Italia a cercare una vita più dignitosa e che invece hanno patito il dolore della sottomissione.

Come la storia di una giovane ragazza costretta a vendersi che fu trovata sul ciglio della strada raggomitolata su se stessa e infreddolita. In quell’occasione la suora missionaria riflettè su quante lacrime avrebbe versato la madre di quella ragazza se avesse visto in che condizioni si trovava sua figlia.

Riportando la mente all’immagine di Maria che piangeva ai piedi della Croce. E insieme alle riflessioni sulla tratta delle donne il Papa ha voluto portare il suo pensiero al dramma dei migranti che trovano le porte chiuse a causa della paura e dei cuori blindati dai calcoli politici, e così anche ai bambini violati, vittime della pedofilia. Un evento cardine della cristianità, la Via Crucis, celebrato da migliaia di persone venute da tutto il mondo, è stata così l’occasione di mettere i riflettori sui lati bui della nostra società, sui malcapitati e gli sventurati che con le nostre vite distratte siamo portati a relegare dentro schemi fatti di frasi ripetute meccanicamente.

Vittime di vite violate e di giudizi frettolosi e approssimativi. La scelta del Papa colpisce ed è apparsa senz’altro coraggiosa perché ha voluto che a parlare di donne sia stata con la sua voce e la sua esperienza una donna della Chiesa.