Il sostituto procuratore della Dda Enrica Parascandolo, intervenuta dinnanzi alla commissione Antimafia per l’indagine tra le società, gli ultras e la criminalità organizzata, ha parlato di alcuni retroscena sul rapporto tra Lavezzi e il boss Lo Russo ai tempi del Napoli, come emerge da alcune intercettazioni nell’indagine calcio-Camorra.
Il pm rivela che quando Lavezzi si trovava al Napoli, ma era in procinto di poter andar via, cosa poi accaduta pochi mesi dopo, Lo Russo fece esporre due striscioni come omaggio per il Pocho in entrambe le curva del San Paolo in cambio della promessa strappata all’argentino su un suo diniego a un trasferimento in patria (e in particolar modo alla Juventus). Il calciatore, infatti, si trasferì al Psg, in Francia.
Lo Russo è il camorrista che fu avvistato a bordocampo in un noto Napoli-Parma. Il deputato PD Di Lello chiede dunque alla Parascandolo se ci sono effettivi e comprovati rapporti tra la Camorra e il mondo del calcio. Pur non potendo escludere in linea generale che tra le mafie e la società di calcio a volte possano nascere alcune frequentazioni devianti, la pm spiega il caso nella fattispecie: Lo Russo, infatti, accedeva allo stadio abbastanza regolarmente grazie a un pass da giardiniere, omaggio per lui da parte della ditta per la quale lavorava, e che è stata dichiarata estranea alla vicenda.