Una storia fino ad ora sconosciuta e che Fabio Quagliarella affida a Le Iene: intervistato ieri sera dal programma di Italia 1 si confessa e spiega lo stalking subito e il suo allontamento dalla squadra del suo cuore: il Napoli.
Era agosto 2010, quando Fabio Quagliarella segna il primo gol con la maglia del Napoli. E’ probabilmente il momento più bello della carriera di Fabio, ma clamorosamente l’attaccante di Castellammare di Stabia a fine stagione viene ceduto alla rivale ed odiata Juventus. Il bomber viene accusato dai tifosi di tradimento, di aver tradito la maglia del suo cuore, quella che ha sempre detto di amare. Ma nessuno sa cosa c’era dietro quella storia, fino a pochi giorni fa.
QUAGLIARELLA: SONO STATI 5 ANNI DI INFERNO”
Quagliarella si racconta, dicendo che era difficile tornare a Castellammare e stare in mezzo alla propria gente e passare per infame, doversi camuffare, nascondersi, non farsi vedere. E’ stato un incubo durato oltre 5 anni. Fabio è stato vittima di stalking per 5 anni, un tempo interminabile e ora che tutto è finito racconta la sua storia incredibile. La sofferenza che ha provato per colpa di qualcuno è incredibile, da una persona che era un poliziotto, una persona di fiducia.
CHI ERA RAFFAELE PICCOLO, LO STALKER?
L’uomo, Raffaele Piccolo, un membro della polizia postale, era stato presentato a Fabio da un amico, Giulio, per problemi al pc di Fabio e quest’ultimo lo aiutò. Da allora si creò un bel rapporto tra loro ma iniziarono ad arrivare a casa Quagliarella lettere di minacce, lettere anonime. Lettere con foto di ragazzine nude, che Fabio faceva parte della camorra, nei giri di droga, che Fabio doveva essere ucciso, sparato. Un momento incredibile. Fabio e i suoi genitori iniziano a vivere nel terrore. Addirittura sotto casa una volta fu fatta trovare una bara con la foto di Quagliarella sopra. Le minacce erano sempre più costanti e purtroppo anche nella testa Fabio fu sconvolto.
LA FUGA DI QUAGLIARELLA DA NAPOLI
Fu costretto a fuggire da Napoli. Poi addirittura tutte queste lettere, furono consegnate proprio a Raffaele Piccolo, che era un uomo di fiducia, un grande amico, che si propose anche di consegnare le denunce fatte dalla famiglia del calciatore e di attivare le indagini. Per anni la storia è andata avanti senza capire nulla, poi la scorsa estate la svolta. Proprio Piccolo, andò dalla famiglia Quagliarella a dire che anche lui aveva subito una minaccia del genere via sms. Quando gli fu chiesto di far leggere il messaggio, questi disse che lo aveva cancellato. Questa cosa scatenò tanti dubbi al padre di Fabio Quagliarella che decise di indagare su Piccolo.
IL PIANTO DI QUAGLIARELLA A LE IENE
Così facendo scoprì che le denunce fatte dal figlio e consegnate a Piccolo, non erano mai state notificate, un’indagine poi seria, è riuscita ad inchiodare l’uomo come autore dello stolking, ed è stato condannato a 4 anni e sei mesi di reclusione. Una vicenda a lieto fine finalmente, anche se a Quagliarella ha tolto la serenità, la voglia di vivere e soprattutto il sogno di continuare a giocare nel suo Napoli, passando per traditore andando alla Juventus.
Un Quagliarella che finalmente si sfoga, piange per l’accaduto, si libera, è sereno. Il sogno sarebbe chiudere la carriera in azzurro, che gli venga restituito ciò che ha perso, e magari almeno dopo tutte queste sofferenze, non è detto che questo suo ultimo desiderio non pssa realizzarsi.
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