E’ stata inviata al ministro dell’Economia e delle Finanze Giovanni Tria la lettera dell’UE sulla legge di bilancio 2019. La lettera, firmata da Valdis Dombrovskis e Pierre Moscovici, rispettivamente vice-presidente e commissario agli Affari economici della Commissione europea, contiene una serie di preoccupazioni e di interrogativi da parte dell’Unione Europea sulla manovra, che, stando a quanto scritto, sembrerebbe configurare “una violazione grave e manifesta dalle raccomandazioni adottate dal Consiglio”.
Cosa dice in dettaglio la lettera dell’Ue
Più precisamente la lettera articola in tre punti i dubbi da parte della Commissione Europea:
Innanzitutto, si fa presente che l’entità della deviazione dagli obiettivi fiscali che l’Italia ha deciso di realizzare, circa l’1,5% del PIL, “non ha precedenti nella storia del Patto di Stabilità e Crescita”, senza considerare, poi, che il Documento Programmatico di Bilancio (DPB) prevede un’espansione fiscale prossima all’1% del PIL, ben al di sotto delle raccomandazioni della Commissione.
In secondo luogo la lettera dell’Ue ricorda la situazione del debito pubblico italiano: secondo Dombrovskis e Moscovici la manovra di bilancio dell’Italia non tiene in considerazione il già alto livello di debito pubblico italiano (circa il 130% del PIL) e non concentra gli sforzi sul tentativo di ridurlo, portandolo al di sotto del 60% del PIL, così come previsto dagli accordi di Maastricht.
In ultima analisi, la Commissione Europea, attraverso la lettera, si chiede come mai “le previsioni macroeconomiche sottostanti il progetto di bilancio dell’Italia non sono state validate dall’UPB (Ufficio Parlamentare di Bilancio)“. E prosegue ricordando che “le previsioni macroeconomiche devono essere sempre elaborate o validate da un organismo indipendente”.
L’Italia ora ha tempo fino al 22 ottobre per rispondere alla lettera della Commissione, dopodiché l’UE prenderà la decisione finale e potrebbe arrivare anche una bocciatura con richiesta di modifica. per la prima volta all’Italia.
Lettera dell’Ue: l’Unione può imporre una linea politica?
C’erano pochi dubbi che la lettera di chiarimenti sarebbe arrivata, non è la prima volta e non sarà neanche l’ultima. L’Unione Europea, attraverso i suoi organi, agisce formalmente e interviene laddove ci siano i minimi sforamenti dai parametri prestabiliti. Ci si potrebbe chiedere se l‘Europa possa imporre una linea politica, almeno nelle scelte di politica fiscale. La politica fiscale si sa, è competenza dei governi centrali nazionali, e gli interventi dell’Unione Europea sono figli dei trattati firmati dai singoli Paesi. Ecco perchè i governi non possono lamentarsi se l’Ue agisce in tal senso. Piuttosto occorre lavorare uniti per superare regole e accordi siglati nel secolo scorso.