LinkedIn, la Russia banna sito e App della Microsoft

In Russia il sito e la App di LinkedIn sono stati bannati e non eistono più. Questo è quanto è successo oggi: dal Cremlino è arrivato l’ordine di eliminare da Google ed Apple l’applicazione per i professionisti dai loro store.

Il sito di LinkedIn in Russia era già offline da mesi, oggi è toccato anche alla App. Milioni di contatti russi si sono visti sparire LinkedIn dall’elenco delle App. Il motivo pare risieda nella questione di dati e datacenter. Non è accettato, in Russia, nessun sito che non abbia datacenter all’interno del Paese. In poche parole, la politica russa non accetta che dati ed informazioni riguardanti la Russia e i russi, vengano portati da un servizio straniero olte i loro confini.

Un tema, quello dei dati, molto attuale e importante, verso il quale anche l’Europa si è mossa, definendo un piano di data protection. Si tratta di una vera e propria “guerra dei dati”, e molti Paesi si stanno muovendo e mettendosi al sicuro in questa direzione. Gli stessi Stati Uniti d’America, obbligano i servizi di cloud a conservare i dati dentro al territorio nazionale. Altro esempio è quello dell’Australia, che non permette l’uscita di dati sensibili che riguardano la salute degli abitanti.

putin

In Russia, una legge fatta per difendere proprio i dati, dichiara che per la protezione dei dati, qualsiasi servizio deve memorizzare le informazioni che riguardano gli utenti russi, soltanto in server ubicati nel Paese stesso. L’azione, che pare abbia avere ad ogni modo la sua razionale spiegazione, appare a molti come un attacco alla Microsoft, che ad oggi è la terza più importante azienda al mondo, che nel corso del 2016 ha acquistato LinkerdIn per 26,2 miliardi di dollari.

Una grande censura, quella attuata dalla Russia che arriva a meno di un mese da un’altra, che questa questa volta vede coinvolta la Cina. Il 23 dicembre, infatti, Pechino ha bannato dagli store la App del New York Times.