Lucio Battisti, 22 anni fa la sua Morte e il rapporto con Mogol

Lucio Battisti morì il 9 settembre del 1998 all’età di 55 anni

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Lucio Battisti e Mina

Il 9 settembre del 1998 moriva all’età di 55 anni Lucio Battisti, genio assoluto della musica italiana. Talento cristallino, inventiva, arte e contaminatio di diversi generi musicali, Lucio Battisti ha rivoluzionato per davvero la musica made in Italy suscitando polemiche e ammirazione per un mondo, quello degli anni 60′-70′, che aveva bisogno di un profondo rinnovamento.

Morte Lucio Battisti: il duetto con Mogol

Quando si pensa al cantante di Poggio Bustone (Rieti), vengono in mente due aspetti di non poca importanza: il suo carattere schivo e, soprattutto, il duetto con Mogol. Dalla personalità enigmatica, che talvolta esprimeva nei suoi brani musicali, Battisti si è sempre negato alla visibilità mediatica, tanto famelica da metterlo a disagio in televisione, dal vivo quando si esibiva col pubblico. Ciò ricorda i Beatles, che nel ’66 si eclissarono dalle scene perché intolleranti all’isterismo di massa che esplodeva durante il concerto.

Ma è con Giulio Rapetti, in arte Mogol, che Battisti ha scritto pagine magnifiche e idilliache di un’Italia che fu. Paroliere e artista di successo, Mogol era alla ricerca del nuovo, dell’inedito e dell’unico: lo individuò in Battisti. Tale affiatamento durò dal 1966, con un primo singolo che si intitolava Dolce di giorno fino alla conclusione con Una giornata Uggiosa, pubblicata nel 1980.

Anche per teLa collina dei ciliegi, Il mio canto libero, Innocenti evasioni, La canzone del sole, Pensieri e parole, I giardini di marzo ed Emozioni: alcuni dei brani più famosi racchiudono il connubio perfetto tra musica e parole. Musica e parole, parole e musica: semplicemente Lucio Battisti e Mogol.

Fiore all’occhiello di Battisti è stata l’interpretazione naturale con cui dava risalto alle canzoni. Pesantemente criticato per il tono di voce amorfo, non scolastico, lontano dai canoni classici della musica, Lucio ha avuto la capacità di creare una metrica personale, di facile adattabilità ai testi irregolari e ‘spontanei’ che Mogol componeva di getto, appena ascoltata la melodia che lo stesso aveva scovato nella sua più fervida immaginazione.

 

Scritto da Veronica Mandalà

Palermitana d'origine, amo scrivere di tutto e osservare la realtà a 360 gradi.