Il gip di Roma, Flavia Costantini, poche ore fa ha archiviato 113 posizioni sulle 116 complessive sollecitate dalla Procura di Roma, in merito all’inchiesta di Mafia Capitale, asserendo come per gli imputati scagionati non non sono emersi elementi idonei a sostenere l’accusa in giudizio.
Tra gli assolti, l’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che era stato accusato di corruzione e finanziamento illecito, è stato scagionato dall’accusa di associazione di stampo mafioso insieme all’ex amministratore delegato di Eur S.p.A, Riccardo Mancini, e agli avvocati Michelangelo Curti, Domenico Leto e Pierpaolo Dell’Anno. Con loro scagionato anche l’ex presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, fratello del noto attore Luca. Zingaretti era stato indagato per corruzione e turbativa d’asta, e del suo ex braccio destro Maurizio Venafro.
Scagionato dalle accuse per associazione a delinquere anche il presunto boss di Mafia Capitale, Massimo Carminati. La stessa cosa vale per Ernesto Diotallevi e Giovanni De Carlo, che erano sospettati di essere a Roma i referenti di “Cosa Nostra”. Sui 116 indagati, quindi, 113 assoluzioni. Soltanto in 3 sono stati rinviati a giudizio, ovvero Salvatore Forlenza, accusato di turbativa d’asta in relazione alla gara dell’ama del 2013, Salvatore Buzzi e Giovanni Fiscon, all’epoca direttore generale della municipalizzata.