il 24 Febbraio a Roma, si muoverà un corteo che avrà per guida un messaggio di forte impatto: Mai più fascismi, mai più razzismi. La manifestazione avrà inizio alle 13.30 in piazza della Repubblica e terminerà in piazza del Popolo alle ore 15.00.
Vi sono adunanze e adunanze: buone, di pochi o di molti, inutili o costruttive, divertite, rumorose, imbastite per poco e per caso. Vi sono quelle, poi, che tra una starlette e un programma “d’informazione” a dir poco grottesco, sfiorano le cose da nulla e cadono presto nel dimenticatoio, pur essendo mosse da un principio nobile e di gran sollievo.
L’occasione non fornirà di certo una soluzione definitiva a tutto il male che negli ultimi tempi appare denso e caparbio, sparso tra le righe di molti discorsi, e reso ben evidente da alcuni fatti di cronaca che hanno colpito duramente ciascuno di noi; ma aiuterà a cogliere il buono che ancora resiste. Magari a farne un legame più saldo, contro un allarme a cui non si dà ancora il giusto peso.
Le residue speranze di vivere in un mondo che possa garantire il sano apporto di una diversità di culture e di approcci alle cose di tutti, vissuta come ricchezza e confronto sano e auspicabile, sono ormai indurite, svilite, offese: non vi è cosa più triste del credersi sovrani assoluti del pezzetto di terra che si calpesta giornalmente.
Manifestazione contro il razzismo, la cultura dell’odio
Ormai immemori di un tempo colmo di innocenza, quello degli anni più fertili e piccini, che insegnava con il solo istinto una verità fondamentale: siamo noi ad appartenere ai luoghi e alla storia che narrano, alla bellezza del tempo che li inorgoglisce col ricordo e il passaggio sempre troppo veloce, delle persone amate.
Davanti a un’ostinata cultura dell’odio, l’intelligenza e l’umanità viva e sana, indietreggiano: avanzano solo per dire a gran voce che è da temere ciò che si vede e che accade: atti feroci e diffusi, come una promessa sghemba di tempi vecchi e malsani, da rinverdire.
Lì dove la razza si usa come indice di gradimento e non-sopportazione, come valore, come merce esposta, rimescolata per bene e restituita al mittente. Lì dove un essere umano non è più visto per la bellezza che realmente porta, oltre l’aspetto e le incognite, gli sbagli, la tenerezza degli affetti e il dubbio della direzione intrapresa; dove vivere è privilegio, ma solo per pochi, e la mente è fredda, schematica, guasta, non vi è più traccia dell’acclamato progresso: si va indietro, e a falcate ampie, verso un posto buio che non concede alcun respiro.
La soluzione chissà dov’è, e siamo noi, questo si sa. La forza non è mai solo del singolo, ma di un insieme compatto e leale, che ha in mente un traguardo ben definito dal quale ripartire.