Una grande manifestazione da parte dei Sindacati oggi, a Portella della Ginestra in provincia di Palermo, per commemorare l‘eccidio dei lavoratori avvenuto in quella località 70 anni fa. A partecipare alla grande manifestazione, saranno i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo.
LA STRAGE DI PORTELLA DELLA GINESTRA: LA STORIA
Quella che è conosciuta come la Strage di Portella della Ginestra, è un doloroso eccidio a danno di alcuni lavoratori che si erano riuniti per manifestare contro i latifondi. Il 1 maggio 1947, la festa dei lavoratori era tornata ad essere istituita in quel giorno, piuttosto che al 21 aprile come lo era stato negli anni del Fascismo. In questa occasione, circa duemila contadini provenienti da San Giuseppe Jato, San Cipriello e Piana degli Albanesi si riunirono per manifestare contro il latifondismo.
Fu nel momento in cui la folla era più concentrata, che da uno dei monti vicini iniziarono scariche di mitragliatrici che spararono per quasi 15 minuti sulla folla. 11 furono le persone uccise, e molti altri morirono in seguito per le ferite riportate. I colpevoli di tale eccidio erano la banda criminale di Salvatore Giuliano.
PORTELLA DELLA GINESTRA: LA COMMEMORAZIONE DI OGGI
Proprio per ricordare l’esigenza del lavoro e il riscatto della povertà, i Sindacati quest’anno hanno deciso di festeggiare lì la festa dei lavoratori, e per ricordare i diritti di tutti noi. Si è poi scelta la regione Sicila perché lì i tassi di disoccupazione oggi sono ancora molto alti. Dal 1947 a oggi i problemi non sono più gli stessi, ma l’urgenza di un lavoro onesto resta lo stesso.
“La parola d’ordine di questo Primo Maggio è lavoro. Lavoro come necessità, lavoro che manca, lavoro di qualità, lavoro come risposta ai giovani, che altrimenti sono costretti a fare le valigie” queste le parole rilasciate dalle Camusso.
“Bisogna continuare a lottare per affermare i valori della legalità sempre, contro tutte le mafie e contro tutti i soprusi – ha affermato invece Barbagallo – In questo senso, anche il mondo del lavoro ha rappresentato un argine alle ingiustizie sociali, ma il lavoro oggi non è giustamente e adeguatamente valorizzato”.