Marina Abramović a Firenze: Mostra a Palazzo Strozzi

Da settembre verrà ospitata a Palazzo Strozzi la retrospettiva sull’artista serba

Marina Abramovic Firenze

Dal 21 settembre 2018 al 20 gennaio 2019 Marina Abramović tornerà in Italia. Saranno le ampie sale di Palazzo Strozzi a Firenze ad ospitare una grande mostra dedicata alla celebre artista.

La poetica e la Performance

Corpo, sangue, violenza, lacrime, dolore, disagio; sono solo alcune delle parole chiave per descrivere la poetica di Marina Abramović, che oggi, dopo circa cinquant’anni di presenza attiva nel mondo dell’arte, è universalmente consacrata come nonna della Performace Art, modo in cui lei stessa si è definita.

Sebbene, infatti, la Abramović abbia dato vita ad una vasta produzione di opere d’arte materiali come quadri, fotografie, sculture e installazioni, il linguaggio artistico da lei prediletto, e che la ha resa così famosa, è certamente quello della performance.

L’artista ha sempre sottolineato infatti l’importanza dell’evento artistico, del contatto, dell’interazione, anche fisica, con il pubblico.

“Il pubblico è come un cane. Possono sentire immediatamente di avere paura, di essere insicuri, di non essere nel giusto stato d’animo – e se ne vanno …”

Tra le sue opere più celebri troviamo la serie Rhythm e la serie Freeing The Body, Freeing The Memory, Freeing The Voice, l’insieme di performance create in collaborazione con l’artista tedesco Ulay e altri suggestivi lavori come Balkan Baroque The artist is present.

MarinaAbramovicMoMa2010
Marina Abramović, The artist is present, 2010

La retrospettiva 

La mostra di Palazzo Strozzi presenterà una panoramica dell’attività artistica della Abramović tra gli anni Settanta e gli anni Duemila; sarà composta da più di 100 lavori tra quadri, video, installazioni, sculture e performances dal vivo riproposte da performers professionisti.

La mostra è organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi, prodotta da Moderna Museet, Stoccolma in collaborazione con Louisiana Museum of Modern Art, Humlebæk e Bundeskunsthalle, Bonn.
A cura di Arturo Galansino, Fondazione Palazzo Strozzi, Lena Essling, Moderna Museet, con Tine Colstrup, Louisiana Museum of Modern Art, e Susanne Kleine, Bundeskunsthalle Bonn.