“E anche quel misterioso Mentore, che sospettiamo alle soglie del terrestre, quasi un mutevole volto di Atena”. Così Giorgio Manganelli scrive nel 1981 sul Corriere della Sera di un personaggio dell’Odissea. Ma chi è Mentore e come è arrivato il termine fino ai giorni nostri?
Etimologia ed origine
Mentore deriva dal greco mentor nonché dalla radice man– , in sanscrito man–yè, penso, e manas, intelletto. Spiega il Pianigiani nel suo Dizionario Etimologico sul termine “Personaggio, al quale nel poema di Omero, l’Odissea, Ulisse affidò la cura della sua casa e sotto le cui sembianze Atena accompagnò Telemaco, figlio di Ulisse, nel suo viaggio a Pilo”. Mentore è infatti il nome del consigliere di Ulisse il quale affidò a lui oltre che la cura dei suoi affari anche la sorveglianza del proprio figlio Telemaco al momento della partenza del padre per la guerra di Troia.
Egli è anche il tramite attraverso il quale la volontà di Atena, dea della sapienza nonché della saggezza, delle arti e della guerra, si manifesta guidando Telemaco alla ricerca di informazioni sul viaggio del padre, non ancora tornato dopo diversi anni. Quando Ulisse farà ritorno ad Itaca, il figlio sarà infatti ormai cresciuto.
Significato
Continua il Pianigiani sulla definizione del termine “onde poi questo nome è divenuto Aio, Guida, specialmente dopo la rinomanza universalmente attinta dall’opera di Fénélon dove Mentore sostiene sì degnamente la sua parte”. Costui, arcivescovo francese, fu anche il precettore del Duca di Borgogna per cui scrisse un romanzo educativo pubblicato nel 1699 intitolato Les Aventures de Télémaque, fils d’Ulysse e dal quale la figura di Mentore come guida è entrata nel linguaggio comune.
Così mentore, per antonomasia, è anche un po’ pigmalione ed oggi viene correntemente utilizzato per indicare un consigliere, nel suo significato più profondo, il quale non esercita il suo potere di conoscenza sugli altri con superbia e superiorità ma accompagna chi lo interpella nelle scelte più giuste da compiere.