Merchandising band e cantanti: quali vendono di più?

Non si sa bene chi ha inventato il merchandising musicale nell’ambito in questione, tuttavia storicamente parlando è possibile individuare uno snodo cruciale negli anni ‘50. Infatti, è insieme al genere musicale rock che si diffondono i loghi, le icone e gli slogan legati alle band e ai cantanti più famosi dell’epoca. Si segnala a tal proposito che la prima t-shirt celebrativa è stata realizzata da un fan club di Elvis Presley, e da lì in avanti tantissime case discografiche hanno fatto propria questa idea allo scopo di massimizzare i profitti.

Nell’ampio panorama del merchandising, le band e gli artisti musicali occupano un ruolo di primo piano nella personalizzazione dell’abbigliamento. Le magliette, felpe, cappellini e altri articoli a tema diventano non solo uno strumento per esprimere il proprio supporto nei confronti dell’artista preferito, ma anche un elemento distintivo di appartenenza a una comunità di fan. Tuttavia, l’abbigliamento personalizzato con un logo di una band rappresenta non solo un modo per ostentare una passione musicale ma anche una vera e propria moda, tant’è che molti teenager oggi indossano magliette o felpe di gruppi che nemmeno conoscono. Ma quali vendono di più attualmente?

Le t-shirt rock e hip-hop

Negli anni Settanta c’è stata la vera e propria esplosione del concetto di merchandising legato all’ambito musicale, dove la band conosciuta come Grateful Dead è stata messa al centro di un vero e proprio culto. Infatti, le magliette stampate con degli scheletri hanno spopolato a tal punto da rappresentare un’icona associata al gruppo in questione, e tantissimi giovani ancora oggi esprimono il desiderio di indossare una t-shirt del genere. In passato i collezionisti giravano il mondo per riuscire ad ottenere anche solo una maglietta personalizzata, mentre attualmente è possibile trovare t-shirt dei Nirvana o dei Metallica su un qualunque scaffale di una catena d’abbigliamento come H&M.

Alcuni giovani non conoscono nemmeno le canzoni delle band citate, ma la controcultura non è mai realmente morta, bensì prosegue la sua ramificazione identitaria anche tra le nuove generazioni. Ciò significa che in tanti vogliono prendere parte a un movimento culturale, oppure semplicemente desiderano acquistare indumenti in grado di rispecchiare un determinato stile. Tuttavia, rispetto al rock del passato, nell’epoca contemporanea è l’hip-hop il genere musicale di riferimento per la vendita del merchandising di band e cantanti.

La moda attuale del merchandising

Alcuni cantanti dell’hip-hop moderno riescono a guadagnare più dal merchandising personalizzato che dai loro concerti. L’esempio più eclatante è quello di Travis Scott, in grado di riempire per due serate di seguito la O2 Arena di Londra con più di 40.000 biglietti venduti; tuttavia, il cantante ha incassato un milione di dollari dalla vendita di felpe, cappellini e t-shirt personalizzate con gli elementi estetici associati a Scott stesso.

Da qui nascono le successive collaborazioni con alcuni dei marchi più famosi al mondo, tant’è che la famosa rapstar in questione è riuscita a mettere la sua firma sulle scarpe della Nike, sugli esclusivi hamburger del McDonald’s e così via. Nonostante alcuni consumatori non siano interessati davvero alla musica di Travis Scott, di Kanye West e Lil’ Wayne, essi decidono comunque di prendere parte alla moda del momento investendo i loro soldi in prodotti personalizzati lanciati dal merchandising dei suddetti cantanti.

Cappellini, giacche, portachiavi, posacenere: il pacchetto perfetto

Oltre alla musica, i cantanti e le band di oggi vendono la rispettiva immagine tramite il merchandising ufficiale. Ancora una volta è possibile prendere come esempio il caso di Travis Scott, siccome il rapper ha lanciato l’album Astroworld con un vero e proprio pacchetto dedicato. Infatti, i consumatori nel 2018 potevano acquistare il download digitale dell’album insieme a dei suggestivi articoli di merchandising a tema.

Ogni giorno la vetrina del sito si aggiornava per inserire nuovi articoli come cappellini, giacche, portachiavi e posacenere (e tanto altro) personalizzati, incrementando le vendite. Inoltre, alcune collaborazioni sono state davvero prolifiche, come quella tra Scott e lo stilista Virgil Abloh, il quale ha disegnato delle magliette proprio in virtù del lancio dell’album Astroworld.