Morgan Lost ha recentemente infranto una legge non scritta del fumetto italiano. Quella che una serie non debba mai rinnovarsi per non rischiare di perdere lettori.
Certo, Dylan Dog ha subito dei mutamenti con l’arrivo di personaggi nuovi, mentre Martin Mystére e Nathan Never hanno creato mini-serie realizzate con uno stile più moderno. La stessa cosa ha fatto Diabolik con il suo “gemello” più dark DK.
Tutti questi sono però fumetti che affollavano le nostre edicole da diversi decenni. Morgan Lost, al contrario, esiste solo dal 2015. Quello che doveva essere il numero 25 si è tramutato nel numero 0 di una nuova serie che porta il sottotitolo Dark Novels.
Il riavvio di Morgan Lost
Il primo di questi “romanzi oscuri” ci narra le origini del personaggio che, comunque, venivano accennate nelle storie precedenti. Morgan Lost vive negli anni ’50, ma in una realtà alternativa, dove la tecnologia ricorda quella moderna, non c’è mai stata la Seconda Guerra Mondiale ed è ancora vivo il ricordo degli dèi egizi.
La società è afflitta da un sistema burocratico asfissiante, oltre che da turni lavorativi che superano anche le dodici ore. Il risultato di tanto stress è la proliferazione di serial killer, fanatici e torturatori.
Morgan Lost: un fumetto innovativo
Morgan gestisce un cinema d’essai, dove proietta soprattutto vecchi horror. Sta inoltre per sposare la sua fidanzata Lisbeth. Una notte, purtroppo, i due vengono rapiti e seviziati da degli adoratori del dio Seth.
Solo Morgan viene poi ritrovato dalla polizia con una maschera nera tatuata in volto. Lisbeth, invece, viene data per morta. Da allora l’uomo consacra la sua vita alla caccia ai serial killer.
Questo nonostante sia ossessionato da visioni irreali e soffra d’insonnia. Morgan, inoltre, è daltonico e il fumetto è colorato unicamente con toni di grigio e di rosso per riprodurre la sua visione del mondo.
Nell’albo disegnato da Val Romeo vengono raccontati i primi incontri del protagonista con quelli che saranno i comprimari della serie. In primis la poliziotta Regina, conosciuta appena ripresosi in ospedale dall’aggressione subita.
Seguono la partecipazione ad un corso di criminologia, dove incontra la psicologa Pandora Stillman e i due colleghi “cacciatori di serial killer”, Jack e Igraine. Morgan salva pure da un pestaggio il nano Smiley, il quale si rivelerà essere un bizzarro faccendiere che si muove ai limiti della legalità. Proprio quest’ultimo regalerà al nostro la sua auto, una Phantom Corsair.
Claudio Chiaverotti, l’ideatore della serie, si discosta innanzitutto dal consueto formato Bonelli. In genere gli albi pubblicati dalla casa editrice milanese, fondata dal “papà” di Tex, sono di un centinaio di pagine con dimensioni 16 x 22 cm.
Morgan Lost – Dark Novels ha invece un formato più grande, 17 x 23, ma arriva solo a sessantaquattro pagine, più copertina. L’autore annuncia anche che da adesso i vari numeri avranno una continuity più serrata. In pratica si emulano i telefilm contemporanei per fidelizzare i lettori.
Un uomo, una città
Non sappiamo quali altri cambiamenti ci saranno nella serie. Resta, tuttavia, il fatto che Chiaverotti ha saputo creare un personaggio che sembra partire da un contesto abusato per arrivare a nuovi orizzonti.
Quante storie abbiamo letto con un vigilante che vuole vendicare l’uccisione dei suoi cari? Quante ambientazioni distopiche abbiamo visto susseguirsi sulla carta stampata e sugli schermi?
Eppure Morgan Lost si discosta da questi canoni. Lui è un antieroe sospeso tra fragilità e forza d’animo. Se dovessimo paragonarlo ad un altro personaggio dei comics, sarebbe forse Il Corvo di James O’Barr.
Anche la descrizione della città di New Heliopos, che in questo universo narrativo sostituisce New York, risulta assai efficace. Una metropoli dove si mescola un look anni ’50 con un design da Antico Egitto, i cui cieli sono solcati da dirigibili ed elicotteri futuristici.
Allo stesso tempo è anche un luogo di perdizione, una “città del peccato” come quelle che affollavano i gialli di Raymond Chandler e Dashiell Hammett. New Heliopolis è piena di sesso e violenza, ormai un autentico bene di consumo. L’autore riesce però a mostrarceli senza cadere nel pulp fine a sé stesso.
L’autore e l’editore
Il merito maggiore per la resa di questo fumetto va sicuramente alla lunga esperienza di Chiaverotti sulle sceneggiatura di Dylan Dog. Quest’ultimo, muovendosi tra orrori splatter e romanticismo antica sicuramente Morgan.
Senza contare che, in seguito, sempre Chiaverotti ha inventato anche Brendon, un “cavaliere di ventura” che si muove in un’Inghilterra post-apocalittica. In Brandon si mescolavano suggestione del western, del fantasy e dell’horror, così come in Morgan Lost si va dalla fantascienza, al noir, al thriller psicologico.
In ultima analisi possiamo considerare questa serie uno dei migliori prodotti sfornati in un momento delicato per la Sergio Bonelli Editore. La casa editrice milanese, passata ora nelle mani di Davide Bonelli e Simone Airoldi, sembra ancora indecisa su che strade prendere.
Si punta sul merchandising e si producono film e serie TV in collaborazione con Sky, ma non si sa capisce ancora se si vuole promuovere l’innovazione o continuare a mantenersi sul solco della tradizione.