Si è spento questa mattina a Roma all’età di 84 anni, l’attore Paolo Villaggio, da alcuni giorni ricoverato al Policlinico Gemelli. Il mondo del cinema italiano piange uno dei suoi più grandi protagonisti, capace di passare dall’esilarante saga di Fantozzi a interpretazioni impegnate, come in “Io speriamo che me la cavo”.
PAOLO VILLAGGIO: LA BIOGRAFIA
Nato a Genova il 30 dicembre 1932, Paolo Villaggio ha fatto ridere intere generazioni, sin dai suoi esordi negli anni ’70, quando ha debuttato nel cabaret. Dal Professor Kranz a Giandomenico Fracchia, senza dimenticare il ragionier Ugo Fantozzi, sono tantissimi i personaggi da lui ideati che appartengono ormai alla storia e al costume del nostro Paese.
PAOLO VILLAGGIO: I SUCCESSI CINEMATOGRAFICI
Ci lascia una delle ultime maschere della commedia all’italiana, che negli anni è stato diretto da maestri del calibro di Mario Monicelli, Federico Fellini, Ettore Scola, Vittorio Gassman, Sergio Corbucci, Pupi Avati, Nanni Loy, Steno, Castellano e Pipolo, Neri Parenti, Carlo Vanzina, Gabriele Salvatores, Maurizio Ponzi, Marco Ferreri, Lina Wertmuller, Ermanno Olmi e Luciano Salce. Tra le pellicole di successo, impossibile non citare: “Fantozzi”, “Il secondo tragico Fantozzi”, “Professor Kranz tedesco di Germania”, “Dottor Jekyll e gentile signora”, “Fantozzi contro tutti”, “Fracchia la belva umana”, “Bonnie e Clyde all’italiana”, “Pappa e ciccia”, “Fantozzi subisce ancora”, “I pompieri”, “Fracchia contro Dracula”, “Scuola di ladri”, “Superfantozzi”, Grandi magazzini”, “Rimini Rimini”, “Roba da ricchi”, “Com’è dura l’avventura”, “Fantozzi va in pensione”, “Ho vinto la lotteria di capodanno”, “La voce della luna”, “Le comiche”, “Io speriamo che me la cavo”, “Il segreto del bosco vecchio”, “Fantozzi in paradiso”, “Cari fottutissimi amici”, “Camerieri”, “Io no spik inglish”, “Palla di neve”, “Fantozzi il ritorno”, “Banzai”, “Un bugiardo in paradiso” e “Fantozzi 2000 – La clonazione”.
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PAOLO VILLAGGIO: LE FRASI CELEBRI
- “Ho capito che nella vita, non occorre sbattere tanto sai, per essere felici. Basta accettarla così, come viene”;
- “Fantozzi di allora era un miserabile felice, almeno lui aveva un posto fisso”;
- “Gli italiani quando sono in due si confidano segreti, tre fanno considerazioni filosofiche, quattro giocano a scopa, cinque a poker, sei parlano di calcio, sette fondano un partito del quale aspirano tutti segretamente alla presidenza, otto formano un coro di montagna”;
- “Fantozzi è anche un terapeuta: ha liberato l’italiano dal timore di essere italiano”;
- “Ho detto che il papa non crede in dio? Lo penso davvero. Su, avanti. Il papa è una persona troppo intelligente per crederci”;
- “Il comportamento comico è un comportamento infantile, cioè tutti i comici sono bambini, tutti i grandi comici, da sempre, si muovono e si comportano in maniera immatura, come bambini”;
- “Silvio Berlusconi mi ha detto che sono un grande comico. Gli sono molto grato: per questo e per aver perso le ultime elezioni”;
- “La tv è pericolosa perché è trasparente: ingigantisce i difetti”;
- “Bisogna smetterla con le guerre di religione, con “la mia religione è meglio della tua”, tanto sono tutte invenzioni per dividere i vivi dai morti. Ci sono altre urgenze”;
- “Voi giovani avete il vizio in questo momento di dire che siete infelici, che avete paura del futuro, che la colpa è di questo o di quello… ed incolpate soprattutto la nostra generazione, i ladri, i politici… no, non è vero, voi siete anche in colpa, credetemi. Quando è finita la guerra, il Paese era completamente distrutto, non c’erano né strade, né autostrade, né ponti, né ospedali, non c’era un cazzo, c’erano solo delle chiese. In quindici anni noi, in Italia, siamo diventati il quarto paese industrializzato della Terra. Ragazzi, la colpa è vostra. Questo continuo lamentio!! Io comincio a pensare che siamo più felici noi da vecchi, che voi da giovani. Pensate, è una cosa incredibile!”;
- “Totò e Sordi sono stati i più comici, Mastroianni il più affascinante, ma Vittorio Gassman era il più completo: grande uomo di teatro, di cinema, di lettere. Era un principe, lontano dalle cialtronerie del nostro ambiente. Si godeva in sua presenza per la cultura, il divertimento, l’onestà con cui affrontava ogni argomento”;
- “Sono inviperito per questa tendenza che esiste soprattutto in Italia, forse per le sue radici cattoliche, di riconoscere i meriti degli artisti solo dopo la morte. Come se la morte nobilitasse”.