Nella puntata di ieri sera de Le Iene, gli inviati della trasmissione hanno aperto un’inchiesta su 32 famiglie che vivono in prefabbricati costruiti in amianto. Tutto ciò avviene a Napoli, nel quartiere periferico di Ponticelli, dove ben 400 persone vivono in queste abitazioni pericolosissime.
I prefabbricati, costruiti subito dopo il terremoto dell’Irpinia del 1980, servivano per accogliere momentaneamente sfollati e bisognosi ma ancora oggi, a 37 anni dalla tragedia, ospitano senza tetto, poveri e abusivi, che rischiano malattie devastanti. Dal 1992 l’amianto è stato definito letale e pericoloso ed è stato ordinato la distruzione di ogni edificio costruito con questo materiale, che diventa mortale quando si sgretola e sbriciola, come nel caso delle “baracche” in questione. Nel servizio, alcune persone intervistate chiedono aiuto alle autorità affinchè possano venire trasferite in palazzine a norma e sicure, cosa che è stata richiesta da anni ma che non ha mai visto la risposta di nessuno delle istituzioni.
Ma non è solo l’amianto il problema della zona, ma come si evince dal servizio, l’intero prefabbricato è uno scempio. Cavi elettrici scoperti, che a contatto con l’acqua potrebbero prendere fuoco, così come i contatori a nero. Per non parlare dei tetti distrutti con pioggia che cade nelle abitazioni. Una situazione davvero critica per chi vive in queste zone, ma che disperata, e non sapendo dove andare, si rassegna, anche a morire.
Il racconto delle persone che vivono nel posto è sempre più struggente, quasi tutte hanno un tumore o una malattia grave, i bambini nati nel posto sono disabili e portatori di handicap, uno scempio che sicuramente fa male al cuore ascoltare e vedere. Malattie e malformazioni dovute ovviamente all’amianto, che la gente respira tutti giorni e che rischia di ammalarsi e morire. Nel mostrare poi come si vive, tipo profughi accampati, con decine di persone che vivono in una sola stanza, è ancora più struggente. Il video dell’inchiesta de Le Iene parla da solo, la speranza è che le istituzioni possano prendere a cuore il caso e garantire la necessaria sicurezza e serenità a chi ne ha bisogno.
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