La Guardia Costiera italiana ha bloccato la nave Sea Watch 3 nel porto di Catania, subito dopo lo sbarco dei 47 migranti salvati al largo delle coste libiche. Le autorità italiane hanno riscontrato che, si legge in una nota pubblicata, a seguito dell’ispezione amministrativa effettuata ieri sono emerse “una serie di non conformità” relativi sia alla “sicurezza della navigazione” sia al “rispetto della normativa in materia di tutela dell’ambiente marino”.
La verifica tecnica, spiega il Comando generale della Capitaneria di Porto, è stata disposta in ossequio alla Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare, dopo aver informato l’Olanda sulla vicenda.
A questo punto sorge il giallo: infatti i legali della Sea Watch hanno precisato di non aver ricevuto alcuna comunicazione dalla procura di Catania e che i membri dell’equipaggio non sono stati sottoposti ad alcuna indagine, né è stato loro ritirato il passaporto.
La conferma di Toninelli
Il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli ha confermato la notizia:
“La nostra Guardia Costiera ha effettuato il fermo amministrativo della SeaWatch3 per violazioni delle norme in materia di sicurezza della navigazione e di tutela dell’ambiente marino (…).
Stiamo parlando di una imbarcazione registrata come ‘pleasure yacht‘, che non è in regola per compiere azioni di recupero dei migranti in mare. E mi pare ovvio, visto che è sostanzialmente uno yacht. In Italia questo non è permesso”.
Toninelli ha anche aggiunto:
Se tu, milionario compri uno yacht, vai in navigazione per piacere, non per sostituirti alla Guardia Costiera libica o di altri Paesi. Voglio ringraziare le Capitanerie di Porto per il loro grande lavoro sul fronte della legalità. Ma soprattutto mi chiedo: il governo olandese non ha nulla da dire rispetto a una imbarcazione di una Ong tedesca che chiede e ottiene la bandiera dei Paesi Bassi per scorrazzare nel Mediterraneo agendo fuori dalle regole?”.
AGGIORNAMENTI SULLA SEAWATCH3La nostra Guardia Costiera ha effettuato il fermo amministrativo della SeaWatch3 per…
Gepostet von Danilo Toninelli am Freitag, 1. Februar 2019