Messa sotto sequestro nel porto di Palermo una nave contenente venti tonnellate di hashish immerse in un grosso quantitativo di gasolio e 11 persone fermate da un gruppo di finanzieri del Nucleo Polizia economico-finanziaria, a loro volta supportati dal Gruppo Aeronavale di Messina e in collaborazione con il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata.
IL SOSPETTO
La nave “Remus”, che batteva bandiera panamense, è partita da Las Palmas (Gran Canaria) ed era diretta a Tuzla (Turchia), via Alessandria d’Egitto, ha destato non pochi sospetti della Guardia di Finanza durante la navigazione: le continue analisi delle rotte, le attività di intelligence e i pedinamenti con elicotteri e pattugliamenti d’altura, hanno insospettito le fiamme gialle.
Inoltre, durante la navigazione davanti alle coste nordafricane, la plancia di comando spegneva ripetutamente il trasmettitore AIS (strumento necessario all’identificazione e individuazione delle imbarcazioni attraverso sistemi satellitari).
L’inchiesta coordinata dal Pubblico Ministero Maurizio Agnello ha avuto esito positivo: la nave Remus è stata intercettata in mare aperto ed è scattata immediatamente l’ordinanza di fermo da parte del giudice per le indagini preliminari Marco Gaeta.
La DDA di Palermo ha coordinato le operazioni di abbordaggio in acque internazionali della nave da Parte della Guardia di Finanza, aiutata dal corpo Vigili del Fuoco.
La Remus è stata scortata fino al porto di Palermo.
Il fax
“Se le concede l’autorizacion de realizar inspeccion… trafico ilecito de drogas y sustancias psicotropicas”
da parte delle Autorità di Veracruz alla Direzione Centrale dei Servizi Antidroga del Ministero dell’Interno, sulla base degli accordi delle Nazioni Unite ha permesso di perquisire la nave e in loco è stato effettuato lo svuotamento di due serbatoi in prua contenenti 20mila litri di gasolio.
Dopo 14 ore di intenso lavoro, immersi nel liquido, sono stati trovati oltre 650 sacchi di iuta con 20 tonnellate di hashish, di 13 qualità diverse, equivalenti a un valore id mercato di circa 150/200 milioni di euro.
11 i marittimi del Montenegro arrestati in blocco, ossia l’intero equipaggio.
I NUCLEI COINVOLTI NELL’INCHIESTA
Nell’intera operazione (di intelligence e di pedinamento, di abbordaggio e di svuotamento dei serbatoi) hanno partecipato vari nuclei e reniparti della Guardia di Finanza, la Polizia economica di Palermo, gruppi aeronavali di Palermo e di Messina e servizio centrale criminalità organizzata, Europol, il Maritime analysis and operations centre di Lisbona, la Dea statunitense (l’agenzia anti-droga), la Polizia criminale del Montenegro, e operatori sanitari dell’Azienda sanitaria di Palermo che hanno monitorato le condizioni di salute dei militari impegnati nelle operazioni, rese difficili dalle esalazioni del combustibile.