Blitz tra Calabria e Lombardia stamattina: l’operazione “Provvidenza”, condotta dal Ros dei Carabinieri ferma il boss Antonio Piromalli. La Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria ha coordinato il tutto emettendo un decreto di fermo per 33 persone considerate affiliate alla cosca di Gioia Tauro della Ndrangheta, capeggiata da Piromalli, accusate di associazione mafiosa, traffico di stupefacenti, autoriciclaggio, intestazione fittizia di beni, tentato omicidio e ulteriori reati aggravati dalle finalità mafiose.
Residente in Brianza e figlio d’arte Antonio Piromalli – Don Pino, suo padre, recluso al 41bis, per il processo “cent’anni” che vedeva implicato anche il Senatore Dell’Utri, governava il porto di Gioia Tauro – aveva preso il predominio del mercato ortofrutticolo di Milano. Deteneva il totale controllo degli apparati imprenditoriali, nel ramo immobiliare e agroalimentare.
Dunque non solo droga (attività principale dell’organizzazione), i Piromalli controllavano ogni cosa, avevano creato e gestivano anche la distribuzione di olio contraffatto negli Stati Uniti, grazie ad un imprenditore italo-americano facente parte della famiglia mafiosa; riciclando poi gli introiti in società di abbigliamento e in imprese edili ed alberghiere. Avevano anche progettato la creazione di un centro commerciale nella piana di Gioia Tauro, all’altezza dello svincolo autostradale della Salerno-Reggio Calabria.
L’operazione coordinata dal procuratore Federico Cafiero De Raho, dall’aggiunto Gaetano Paci e dal sostituto Roberto Di Palma, riesce a scardinare l’infiltrazione giunta, fino a Milano, mentre negli Stati Uniti l’Fbi sta indagando in tal senso contro lo stesso soggetto.