Ndrangheta, maxi Sequestro all’imprenditore Rosario Aricò re dell’ortofrutta

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Un maxi sequestro di beni ai danni dell’imprenditore Rosario Aricò re dell’ortofrutta in Calabria. E’ stato compiuto dal personale della Dia di Reggio Calabria con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia. Un sequestro che segue al coinvolgimento dell’imprenditore, conosciuto in tutta la Calabria per la sua attività, all’interno dell’inchiesta denominata “Archi”.

DI COSA E’ ACCUSATO L’IMPRENDITORE?

Il sequestro è stato disposto dal Tribunale su proposta del direttore della Dia Nunzio Antonio Ferla e ha riguardato i beni dell’imprenditore che è stato già condannato a 6 anni e 8 mesi di reclusione con sentenza passata in giudicato per associazione mafiosa: visto che per l’accusa era uno di coloro che faceva parte della cosca Tegano. Infatti proprio l’imprenditore, così come dimostrato dagli inquirenti, avrebbe supportato le azioni della cosca della ‘Ndrangheta.

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CHE COSA E’ STATO SEQUESTRATO ALL’IMPRENDITORE?

Cosa ha portato al maxi sequestro di beni del valore di un milione di euro? La sproporzione tra i redditi dichiarati dall’uomo e dal suo nucleo familiare rispetto agli acquisti che sono stati effettuati nel tempo. Il Tribunale ha quindi emesso il provvedimento di sequestro tenendo conto che quanto dichiarato non era poi risultanza di quanto effettivamente speso. Il sequestro ha riguardato una villetta, due appartamenti, due automobili e alcune disponibilità finanziarie.

Scritto da Nicola Salati

Scrivere una passione che poi è diventato un vero e proprio mestiere. Dal 2008 giornalista professionista cerco di raccontare quello che succede nel locale per poi spaziare nel globale, ma sempre considerando i punti fermi che deve avere un abile cronista: mai distaccarsi dalla realtà dei fatti ed essere puntuale e preciso evitando interpretazioni e opinioni.