Nicky Hayden non ce l’ha fatta. E’ finita come tutti temevano, la vicenda del pilota statunitense campione del motociclismo che mercoledì scorso era stato investito da un’automobile mentre si allenava in bicicletta vicino Rimini. Le condizioni del pilota erano subito apparse disperate, avendo riportato diversi traumi al torace e all’addome, ma soprattutto un grave danno celebrale, che lo aveva portato al coma e costretto i medici dell’Ospedale Bufalini di Cesena a non poterlo operare.
Oggi, dunque, dopo cinque giorni di agonia e di coma, il pilota è morto. A comunicare il decesso di Hayden è stato il primario del reparto di terapia intensiva dell’ospedale Bufalini di Cesena. L’Ausl romagnola ha ufficializzato la notizia poco dopo le 17.00.
Il centauro americano era in forza al Team Honda World Superbike dopo aver corso per anni in MotoGp, vincendo il titolo iridato nel 2006 in sella a una Honda. Nella categoria regina dello moto Hayden ha primeggiato in tre gare salendo 28 volte sul podio e strappando cinque pole position. Per l’incidente è indagato un uomo di trent’anni. Secondo la dinamica, avvalorata da un video delle telecamere di sorveglianza di un’abitazione privata, ora in possesso dei pm, Hayden non si sarebbe fermato allo stop, venendo così travolto dalla Peugeot 206. La bici, tagliata in due, è stata sbalzata a metri di distanza nell’erba, il parabrezza dell’auto è andato in frantumi.
Nuova tragedia dunque, dopo quella di Scarponi di un mese fa. Ora a piangere è lo sport tutto ma in particolar modo il mondo del motociclismo.