Il mercato chiede sempre più insistentemente figure manageriali specializzate. Alcuni progetti in Italia, tra cui la cattedra di Open Innovation all’Università LUISS di Roma, potrebbero essere la soluzione
In alcuni settori una formazione manageriale troppo generica potrebbe causare difficoltà ai neolaureati che si affacciano al mondo del lavoro. Le grandi aziende, infatti, sono solite assumere candidati con specifiche conoscenze e competenze da sfruttare e valorizzare. Un esempio positivo arriva da Maire Tecnimont, gruppo industriale multinazionale attivo nel settore degli idrocarburi.
Con ricavi pari a 3,3 miliardi di euro l’anno e una spiccata propensione alla ricerca sulle energie rinnovabili e green chemistry, il gruppo ha da poco deciso di stringere partnership strategiche nel settore della formazione. Uno dei progetti destinati ad essere capofila di insegnamenti analoghi è l’Open Innovation.
Open Innovation: cos’è e in cosa consiste
Da una partnership tra il professore Henry Chesbrough, direttore del Garwood Centre for Corporate Innovation dell’Università di Berkley e Il Rettore della Luiss Guido Carli di Roma, Andrea Prencipe è nata la cattedra di Open Innovation. Lo scopo è abituare gli studenti italiani a un metodo di sviluppo aziendale totalmente incentrato sulla tecnologia.
Maire Tecnimont, oltre ad essere finanziatore del progetto, apporterà anche competenze uniche sviluppate nel corso degli anni sul campo per offrire una formazione a tutto tondo. Il Gruppo sottoscrive ciò che il professor Chesbrough ha più volte dichiarato:
(Bisogna) far tesoro in maniera sistematica di collaborazioni, idee e risorse esterne rispetto al perimetro societario classicamente inteso. Dalle start-up al mercato globale delle idee e dei brevetti, questo modello illustra meglio dei precedenti perché un’azienda non abbia più bisogno di controllare, quasi di possedere, i processi di innovazione dall’inizio alla fine
In altre parole, è finito il tempo di una formazione bidimensionale autoreferenziale. Le competenze dovranno essere attinte da attori interni (docenti ed accademici) ed esterni: Maire Tecnimont sarà uno dei player fondamentali per la riuscita del progetto. Sulla stessa linea è il rettore dell’ateneo romano:
“L’elemento di differenziazione fondamentale tra l’Open Innovation e altre forme di collaborazione per l’innovazione risiede nella ricerca di partnership non ovvie che possano quindi offrire conoscenze, idee, competenze, informazioni non convenzionali, inaspettate, impensate ed a volte impensabili”
Il futuro sembra sempre più vicino. L’innovazione sarà sempre più incentrata sulla collaborazione tra formazione ed imprenditoria di successo. La classe dirigente del domani si prepara a risolvere problemi di scala globale: il progetto Open Innovation si muove in questa direzione.