In certi casi l’esilio, la messa al bando da una comunità o da un ambiente sono necessari per la salvaguardia di alcuni interessi. Ciò avveniva già nell’Antica Grecia grazie ad una pratica chiamata ostracismo in cui una persona ritenuta pericolosa veniva esclusa dalla vita politica.
Etimologia del termine ostracizzare
Il verbo ostracizzare significa letteralmente condannare mediante ostracismo. Il Pianigiani nel suo Dizionario scrive la derivazione “dal gr. ostrakismòs e questo da òstrakon coccio”.
La pratica dell’ostracismo era molto particolare. Continua il Pianigiani sulla definizione di ostracismo “giudizio dato da 6000 cittadini di età provetta col quale in Grecia venivano banditi per dieci anni dalla patria, non per punizione, ma per sola precauzione e ragione di stato e senza confiscarne i beni, quei cittadini, cui la troppa grande influenza rendeva sospetti alla gelosa repubblica”.
In sostanza una forma di esilio temporaneo ritenuto necessario per l’equilibrio della cosa pubblica. Plutarco, nelle sue Vite Parallele, ci tiene a precisare che tale pratica non era così punitiva e infamante come potesse sembrare, ma serviva solo in via precauzionale a moderare gli eccessi di potere negli affari di stato.
Segue il Pianigiani “così detto perché il nome del cittadino, che volevasi bandire, si scriveva sopra un coccio, ossia sopra una tavoletta di terra cotta. Il vaso nel quale ponevasi scritto il nome di chi volevasi metter al bando fu detto Ostraco (gr. òstrakon)”. Dunque il nome della persona ritenuta pericolosa per il bene dello stato veniva trascritto su un pezzo di terra cotta invece che su pergamena. Questo avveniva perché ai tempi i papiri scarseggiavano e ovviamente erano molto costosi da reperire.
Il caso particolare di Aristide
Sempre nelle Vite Parallele di Plutarco, precisamente nella biografia di Aristide, l’autore parla di un evento assai curioso riferendosi al politico ateniese che ai tempi era chiamato Aristide “il Giusto”. Pare che un cittadino ateniese si rivolse ad Aristide per scrivere il nome su un coccio poiché era analfabeta.
Aristide gli chiese quale nome dovesse riportare sul pezzo di terra cotta e il cittadino gli rispose che era proprio il suo. Aristide gli domandò allora che cosa mai avesse fatto di male questo Aristide e il cittadino gli rispose semplicemente che non aveva fatto nulla, che addirittura non lo conosceva ma che era stanco di sentirlo nominare “il Giusto”. Aristide non aprì più bocca e scrisse il suo nome sul coccio.
Significato Odierno di ostracizzare
Oggi non si bandisce più nessuno con l’ostracismo anche se nella politica attuale potrebbe essere ancora utilissimo. Soprattutto perché tale pratica risulterebbe un ottimo strumento per farsi un esame di coscienza, più celere e con effetti immediati invece della solita macchina burocratica che rallenta tutto. Una pratica che però agli occhi del mondo civilizzato risulterebbe rustica al limite del barbarico nonostante la sua potenziale efficacia.
Il verbo ostracizzare nella lingua italiana assume, in senso lato, il significato di escludere, bandire da una determinata comunità e purtroppo è sempre meno usato nel linguaggio comune. Un vero peccato perché tali parole racchiudono in loro delle storie, dei momenti della vita di un popolo che è doveroso ricordare.