Una macabra quanto raccapricciante scoperta è avvenuta a Panama. I corpi di sei bambini di età tra 1 e 17 anni e di una donna incinta, mamma di cinque di loro, sono stati trovati in una fossa clandestina, dove tra l’altro è stata individuata una setta che torturava gli indigeni. Le vittime appartenevano alla comunità indigena dei Ngabe-Buglé, la più numerosa dello Stato caraibico.
Il ritrovamento è avvenuto in una zona remota vicino alla costa dove ieri, giovedì 16 gennaio, la polizia ha arrestato 10 membri di una setta, tra cui il nonno dei bambini uccisi.
Secondo gli investigatori locali, che hanno parlato di una “scena agghiacciante”, la setta aveva inscenato una chiesa all’interno di un ranch, teatro dei riti satanici. Scopo dichiarato era quello di far “pentire” le vittime per i peccati commessi attraverso delle torture. Oltre a essere legate, bruciate, picchiate con coltelli e machete, nonché randelli e “bibbie di legno”, le vittime sarebbero state uccise e gettate in una fossa comune se si fossero rifiutati.
Panama: la scoperta
Tre persone, che sono riuscite a scappare e a raggiungere un ospedale, hanno permesso alle forze dell’ordine di effettuare la scoperta. Per raggiungere la zona circoscritta, remota e nascosta nella giungla, hanno utilizzato gli elicotteri, grazie ai quali hanno potuto, conseguentemente, trarre in salvo gli altri ostaggi, tra cui due donne in gravidanza e altri bambini.
Sono ancora da chiarire le dinamiche dei rituali sebbene, sottolineano alcune fonti, ci siano elementi che facciano pensare a una qualche pratica di conversione ed esorcismo.
Non è nemmeno chiara e dettagliata se si trattasse di qualche affiliato o del credo della chiesa “La nuova luce di Dio“. La medesima congrega religiosa ha chiarito in una nota stampa di non avere alcun legame con le persone arrestate.