Paolo Gianolio presenta il disco “Euritmia”, l’intervista

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Chitarrista, arrangiatore produttore discografico: questo e molto altro ancora è Paolo Gianolio, artista che ha collaborato con i più grandi artisti del panorama discografico italiano. Lo abbiamo incontrato per voi in occasione dell’uscita del suo terzo lavoro da solista, intitolato “Euritmia”.

Ciao Paolo, lo scorso 21 aprile è uscito il tuo ultimo album “Euritmia”, cosa rappresenta per te questo progetto?
“Nel corso della vita da musicista mi sono posto e ho raggiunto tanti obiettivi, Euritmia è l’ultimo in ordine di tempo e per la sua realizzazione ho voluto rappresentare la mia esperienza attraverso il tempo della mia esistenza”. 

Nel disco ci sono nove tracce, di cui cinque cantati e quattro strumentali. Da musicista che bilancio dai rispettivamente alle parole e alla musica nella perfetta riuscita di una canzone?
“Voce e parole sono per me due nuovi strumenti aggiunti in questo lavoro proprio per aver maggior possibilità di raccontare storie di vita. Il termine Euritmia si confà perfettamente all’intento di unire movimenti di parole e musica. Le parole sono pennellate sulla tela sonora”.

C’è un filo conduttore che lega queste canzoni?
“L’intento di unire concettualmente brani in un album è presente ma non indispensabile. Posso affermare indubbiamente che la composizione e la sonorità del cd unisce i brani mentre i testi ne raccontano il mio pensiero”. 

Rispetto al tuo precedente album “Tribù di note”, pubblicato cinque anni fa, c’è più sperimentazione o maturazione in questo nuovo lavoro?
“Precedenti a Euritmia ho fatto due lavori prettamente strumentali basati sulla ricerca e sperimentazione che rimane una mia caratteristica, ovviamente l’esperienza fa crescere la maturazione e con essa si tende a basarsi più sulla sostanza”.

Nel disco l’elettronica viene dosata al punto giusto e si sente la musica suonata, la stessa che, a volte, è solo un lontano ricordo. Discograficamente parlando, credi che si riesca a tornare alle sonorità pure espresse in “Euritmia”?
“Tecnologia e umanità vanno a braccetto, l’importante è non farsi surclassare dai computer. Io credo che la musica faccia parte della vita dell’umanità. La musica è generosa e si dona al tempo che le si dedica. Voglio dire che l’andamento della sua tipologia dipende molto da chi ne usufruisce, se passivamente o attivamente con critica analitica”.

Quanto conta, secondo te, il mondo del web per chi fa musica oggi? Quali sono gli aspetti positivi e negativi?
“Internet ha allargato le possibilità a chiunque di mettersi in luce, dai social a tutte le piattaforme digitali. L’aspetto positivo è che sono aumentate le proposte e quindi c’è molta varietà tra cui scegliere; per contro diventa molto più difficile scegliere proprio per la quantità smodata di prodotti”.

Da trent’anni sei uno dei fidati chitarristi di Claudio Baglioni, possiamo definirlo il tuo sodalizio più importante?
“Direi proprio di si, sono allievo che non supera il maestro ma collabora attivamente ai suoi progetti. L’esperienza collaborativa con grandi artisti mi ha permesso di crescere incessantemente. La loro grandezza sta anche nell’umanità che ti permette di sentirti a tuo agio e dare il meglio”.

Tra le tue collaborazioni troviamo anche Eros Ramazzotti, Laura Pausini ed Andrea Bocelli, artisti che tengono alta la bandiera della musica italiana nel mondo. Qual è, secondo te, il loro valore aggiunto e perché è così difficile esportare la nostra arte a livello internazionale?
“Gli artisti citati dimostrano che la nostra musica può essere internazionale. Per essere tale c’è però un grande lavoro organizzativo dietro le quinte che richiede grandi sforzi e tempo. La capacità e il bel canto arrivano alle orecchie di chi sa coglierle in qualsiasi parte del nostro mondo”.

Con quali artisti ti piacerebbe collaborare in futuro? Tra le nuove leve c’è qualcuno che trovi interessante?
“La collaborazione in sé porta esperienza, ben venga. Per quanto riguarda le nuove leve avrei bisogno di un elenco per poter rispondere”.

Quanto è importante per te la credibilità? Cantare e suonare cose che rispecchiano la propria personalità sia artistica che vocale?
“La credibilità per me è verità. L’importante per un artista è essere se stesso con pregi e difetti. La personalità muove l’aria che respiriamo e ognuno ne assapora le caratteristiche. L’autenticità, serrando i ranghi, vince sempre”. 

Quale messaggio vorresti che il pubblico recepisse, oggi, dalla tua musica?
“Gioia, passione e amore per essa”.

Scritto da Nico Donvito

Appassionato di scrittura, consumatore seriale di musica e spettatore interessato di tutto ciò che è intrattenimento. Innamorato della vita e della propria città (Milano), ma al tempo stesso viaggiatore incallito e fantasista per vocazione.