Papa Francesco ha rilasciato una lunga intervista durante un colloquio con i superiori degli ordini religiosi, pubblicato nel numero 4000 de La Civiltà Cattolica e trascritto dal Corriere della Sera. Francesco ha trattato tanti temi importanti, dall’abuso sui minori, alla corruzione in Vaticano, alla lotta al terrorismo e alla sempre meno fede dei credenti in Dio. Ecco alcuni passaggi dell’intervista del Pontefice.
“Le critiche? E’ giusto essere criticati nella vita. La critica è una cosa importante, ti fa crescere se essa è costruttiva. Nella vita ci devono essere sempre incomprensioni e opinioni diverse altrimenti se tutti avessero opinioni uguali non ci sarebbero discussioni e possibilità di dialogo e crescita. Le domande più difficili però non le fanno i religiosi, ma i giovani. I giovani ti mettono in difficoltà. I giovani sono sfacciati e molto sinceri, sono senza peli sulla lingua e questo spesso mette in difficoltà chi deve rispondere, me compreso”.
Poi Papa Francesco ha continuato sul tema dei giovani, sempre più lontani dalla fede e dalla Chiesa, un punto importante del suo pontificato: “La Chiesa deve accompagnare i giovani nel loro cammino della vita. Se questi si stanno allontanando da Cristo vuol dire che anche noi abbiamo commesso molti errori. Un compito importante della Chiesa è l’ascolto dei giovani, capire le loro idee, i loro pensieri, le loro vite e fare un passo verso di loro”.
Francesco poi ha parlato del tema della sua missione evangelica, affermando come i problemi da affrontare anche in Vaticano siano tanti: “In passato, quando ero vescovo di Buenos Aires ero molto più ansioso. Dagli italiano ho imparato il menefreghismo, che mi ha portato a vivere molto più serenamente questa mia missione apostolica. Da quando sono stato eletto vivo una vita più serena, una pace interiore mi accompagna quotidianamente e spero di trasmettere questa serenità anche ai fedeli. Non credevo di essere eletto Papa, mi davano tra i meno quotati. Al momento dell’elezione ho chiesto al Signore di non lasciarmi solo in questa missione e di aiutarmi ad affrontare i problemi della Chiesa“.
Poi parla di un tema forte, della corruzione che attanaglia anche il Vaticano: “Si, anche in Vaticano c’è corruzione, lo vedo nel quotidiano. Ma io sono sereno e vivo in pace. Se c’è un problema, io scrivo un biglietto a san Giuseppe e lo metto sotto una statuetta che ho in camera mia. E’ come se Giuseppe mi rispondesse il giorno dopo. Prego, prego tanto, il breviario non lo lascio mai, la Bibbia la leggo ogni giorno e dico il rosario spesso. E la pace cresce. Il regalo più grande che il Signore mi ha dato è la mia pace. Sì, nella Chiesa ci sono i Ponzio Pilato che se ne lavano le mani per stare tranquilli. Ma un superiore che se ne lava le mani non è padre e non aiuta”.
Infine, il Papa parla del terrorismo e della lotta alla pedofilia: “Tra le piaghe che stanno colpendo la nostra società in tutto il mondo abbiamo il terrorismo e la lotta ai preti, ma anche no, pedofili. Sono un cancro della nostra umanità, un cancro da estirpare. Il Signore mi ha spesso dato la forza di pregare affinché questo male possa essere battuto e io da Padre della Chiesa e capo del Governo del Vaticano mi sento in dovere di dover combattere questi violenti episodi della vita quotidiana”.
“Circa gli abusi sessuali, pare che su 4 persone che abusano, 2 siano state abusate a loro volta. Si semina l’abuso nel futuro: è devastante. Se sono coinvolti preti o religiosi, è chiaro che è in azione la presenza del diavolo che rovina l’opera di Gesù tramite colui che doveva annunciare Gesù. Ma parliamoci chiaro: questa è una malattia. E io mi ripropongo di aiutare chi purtroppo soffre di tutto ciò e non sento di condannarli. Nessuno può giudicare l’uomo, solo Dio può farlo”, ha concluso il Pontefice.