Nell’omelia di oggi 14 gennaio, impartita dalla cappella di Casa Santa Marta, Papa Francesco ha letto il racconto evangelico della guarigione del paralitico alla piscina di Betzaeta, ammonendo i presenti sul rischio di trascorrere la propria esistenza aspettando la fede, senza riconoscere Gesù che ci passa accanto.
“Essere in cammino vuol dire anche correre dei rischi – ha esclamato il Pontefice – pensiamo a questi che hanno rotto il tetto della casa per calare il paralitico, correndo il rischio che il padrone di casa facesse loro causa. Mettersi in cammino e correre dei rischi per incontrare Gesù, è dunque l’atteggiamento del discepolo, comportamento che si contrappone a quello degli scribi, i quali erano un gruppo di fermi, quelli che erano lì, al balcone, guardavano e giudicavano”.
“Guardavano dal balcone. Non andavano camminando nella propria vita: ‘balconavano’ la vita! Non rischiavano mai, giudicavano soltanto. E quante volte anche noi, quando vediamo la pietà della gente semplice ci viene in testa quel clericalismo che fa tanto male alla Chiesa. Ci farà bene oggi, dunque, pensare a questo e riflettere sul fatto che seguire Gesù non è facile, ma è bello! Facendo un breve esame di coscienza, dunque, chiediamoci se ci fidiamo e ci affidiamo a Gesù, oppure rimaniamo seduti a guardare come fanno gli altri, guardando la vita con l’anima chiusa per l’amarezza o la mancanza di speranza. Ognuno di noi può farsi queste domande oggi, trovando la risposta in Cristo” ha concluso il suo intervento quotidiano il Santo Padre.