Le ultime notizie relative al mondo delle pensioni anche oggi 22 marzo 2017 non possono transigere dalla Riforma e da quello che hanno chiesto i sindacati al Governo nel corso dell’ultimo incontro dello scorso lunedì. Non si esaurisce con l’incontro di lunedì tra Governo e Sindacati la portata della Riforma Pensioni, anzi è stato un punto di inizio per mettere nero su bianco i decreti attuativi che dovranno vedere luce entro la fine del mese per far finalmente produrre effetti alle nuove regole in tema pensionistico. Ma proprio i sindacati hanno chiesto una serie di modifiche al dettato governativo in tema di Riforma.
APE SOCIALE E LAVORI GRAVOSI: LE MODIFICHE
In particolare l’attenzione delle parti sociali è rivolta all’Ape e ai lavoratori precoci. I sindacati hanno chiesto un coinvolgimento più ampio della platea lavorativa andando a smussare i requisiti abbastanza restrittivi posti dal Governo. L’attenzione si è concentrata sui sei anni continuativi impegnati nei lavori gravosi sui 36 complessivi che servono per chiedere l’anticipo pensionistico. Le parti sociali hanno chiesto al Governo di inserire nel computo anche i periodi di disoccupazione che sarebbero intervenuti durante questi sei anni: vedi come succede spesso per i lavori edili. Il Governo sembra essere disponibile ad accettare la richiesta e a inserire questa franchigia così come sembra che sia passata anche la richiesta di inserire nella determinazione di lavoro gravoso la dicitura che si fa riferimento alla mansione effettivamente svolta dal singolo lavoratore e non al settore in cui opera l’azienda.
APE SOCIALE: NON TUTTI I LAVORATORI NE POSSONO USUFRUIRE?
La vera questione è però la corsa che si andrà a produrre per presentare la domanda di accesso all’Ape sociale. Infatti la Legge di Stabilità non consente un’uscita anticipata a tutti i lavoratori che possono usufruire di questa misura e quindi le previsioni governative, tenendo conto del budget a disposizione, si fermano a 35mila richieste. Su questo è un po’ difficile che si possa andare oltre altrimenti verrebbe a mancare la copertura idonea e quindi quelli che ne dovrebbero beneficiare sono coloro che riescono ad avere i requisiti nel periodo compreso tra il 1 maggio e il 30 giugno 2017 quando si possono presentare le domande di accesso all’Ape sociale che verranno singolarmente valutate dall’Inps e una volta analizzata la capienza verrà comunicato al lavoratore se può o meno accedere all’anticipo pensionistico. Se non c’è la possibilità di rientrare in questa misura il lavoratore dovrà slittare dal beneficio pensionistico e la decorrenza verrà comunicata dall’Inps nel momento in cui si torni in disponibilità economica per poter effettuare la prestazione.
APE VOLONTARIO: LA RATA DA VERSARE
Altra questione spinosa è stata quella della rata da dover versare agli istituti di credito se qualche lavoratore vuole accedere alla misura dell’Ape volontario. Il Governo ha confermato ai sindacati che il tasso varia tra il 4,5% e il 5 % netto per ogni anno di anticipo su una media di importo dell’85% della pensione, se si fa riferimento ai 3 anni di anticipo, del 90% nel caso di anticipo di due anni e del 95% nel caso di anticipo di un anno. Non è stato però chiarito, se ne dovrà far luce all’interno dei decreti attuativi, le condizionai di accesso al credito che per ora rimangono nella disponibilità delle banche e degli istituti di credito e che quindi potrebbero essere più sfavorevoli per coloro che chiedono l’anticipo pensionistico attraverso l’Ape volontario.