Pensioni Ultime Notizie Oggi (9 Marzo 2017): Anticipate, Precoci, Quota 41 e Opzione Donna

Il giorno dopo la Festa della Donna le ultime notizie in tema di pensioni mettono in risalto come ancora oggi ci sia disparità di trattamento pensionistico tra uomo e donna e a proposito forte contestazione dal mondo civile per Opzione Donna come misura che inasprisce le differenze. Buone nuove oggi 9 marzo 2017 per coloro che erano tenuti a rimborsare lo 0,1%: prelievo forzoso rinviato all’anno prossimo. Nel frattempo i lavoratori precoci continuano a protestare per vedere riconosciuti i loro diritti di andare in pensione anticipata.

MAGGIORE EQUITA’ TRA UOMNI E DONNE 

Il giorno dopo la Festa della Donna interviene il segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo che a proposito di parità di genere fa una precisa richiesta al Governo in materia pensioni e in particolare relativamente all’assegno che secondo il sindacalista ancora subisce profonde variazioni tra uomo e donna: “Cominciare a intaccare queste differenze significa aver dato un contributo concreto a una delle decine e decine problematiche che riguardano le politiche di genere in questo paese”.

Quali sono le soluzioni che vengono messe in campo dalla Uil per superare questa profonda differenza? Le racchiude lo stesso segretario generale quando aggiunge: “Abbiamo pensato di affrontare un aspetto specifico per provare a offrire una soluzione. Ebbene, esistono differenze notevoli anche sul terreno previdenziale che vanno assolutamente sanate: basti pensare che l’assegno pensionistico medio delle donne è pari alla metà di quello degli uomini. Abbiamo fatto, dunque, alcune proposte che chiederemo vengano inserite, sin da subito, nella discussione in corso al Ministero del Lavoro sulla seconda fase della previdenza da dedicare sia ai giovani sia al recupero di questo differenziale tra uomini e donne”. Tra le altre valorizzazione del lavoro di cura non retribuito, riforma della contribuzione per le colf, eliminazione dell’importo soglia per accedere alla pensione anticipata e uso di coefficienti uguali per pensioni complementari.

LAVORATORI PRECOCI, LA BATTAGLIA CONTINUA

Non si ferma la lotta dei lavoratori precoci che continuano a essere esclusi dalla Quota 41 e così i comitati ricordano come la misura tanto sbandierata dal Governo riguarderà solo una piccola platea che non è certo rappresentativa di tutti coloro che hanno iniziato a lavorare in tenera età e che ora non possono accedere alla misura pensionistica anticipatoria. I comitati ricordano in termini percentuali che solo uno su dieci potrà avere diritto ad accedere alla pensione attraverso Quota 41 perché il requisito ancora non abolito di dover dimostrare di aver pagato contributi per almeno 12 mesi prima del compimento del diciannovesimo anno di età resta ed è difficile da poter scavalcare, così come ricordano oltre al danno c’è anche la beffa visto che i precoci non potranno neanche rifarsi accedendo all’Ape sociale e o a quello volontario poiché manca il requisito dei 63 anni di età anagrafica che non è stata ancora raggiunta. E così la battaglia non si ferma.

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RINVIATO IL PRELIEVO SULLE PENSIONI

Una buona notizia per i pensionati è quella che il tanto contestato prelievo dello 0,1% che doveva essere operato entro aprile è stato rinviato al 2018. La decisione è stata presa dal Governo Gentiloni attraverso il decreto Milleproroghe. Ma chi sono i cittadini pensionati che dovranno subire il prelievo forzoso? Sono coloro che superano per almeno tre volte la pensione minima dell’Inps: quantificando si tratta di coloro che percepiscono una pensione che va da 1.400 a 3.000 euro e la cifra che verrà trattenuta in busta paga sarà da 14 a 20 euro.

OPZIONE DONNA, LE CRITICHE DELLA SARACENO

Non torva pace nemmeno l’Opzione Donna, La misura viene fortemente contesta dalla sociologa Chiara saraceno che intervista da Il Fatto Quotidiano afferma: “In buona sostanza si tratta di una misura che le lavoratrici vanno a pagare a loro spese”. Perché? Le donne che accedono a questa misura anticipatoria della pensione vanno a rinunciare a una bella fetta dell’assegno previdenziale calcolato interamente sul sistema contributivo.