Tante le notizie in tema pensioni in questo avvio di settimana. Oggi 27 febbraio 2017 in particolare ci soffermiamo su una particolare pensione anticipata che è quella dei lavoratori precoci e vediamo come possono rientrare nella cosiddetta Quota 41. Poi ritorniamo sullo scontro in atto sui conti in rosso dell’Inps e infine diamo spazio alla presentazione oggi della proposta M5S sulla riduzione delle pensioni ai parlamentari.
LAVORATORI PRECOCI CHE ENTRANO NELLA QUOTA 41
E’ uno dei temi più dibattuti in tema pensioni negli ultimi mesi chi dei lavoratori precoci possa entrare nella cosiddetta Quota 41. Si tratta di una norma che permette dal prossimo 1 maggio di far andare in pensione tutti quei lavoratori che hanno iniziato la loro attività lavorativa da giovani ma che non riescono a rientrare nella fascia di pensione anticipata. A questa mancanza sopperisce la Quota 41 che fa riferimento agli anni di contribuzione versata dal lavoratore che non riesce così a raggiungere la soglia minima decretata dalla Riforma Fornero in 42 anni e 10 mesi di contribuzione. Ma non tutti i lavoratori precoci rientrano in questa norma perché come dettagliato anche nelle ultime ore e così come da noi anticipato nelle scorse settimane vi rientrano coloro che hanno un particolare requisito: hanno cioè versato almeno un anno di contribuzione prima del compimento del diciannovesimo anno di età.
INPS E CONTI IN ROSSO: IL COMMENTO DI BIASIOLI
Sulla questione che sta tenendo banco in questi giorni e che vede l’Inps dover fare i conti con una passività dilagante che ha portato alla non approvazione del bilancio dell’ente previdenziale è intervenuto il presidente di Federspev Stefano Biasioli che per il portale Formiche ha commentato così la questione: “Nei fatti, si conferma quanto ripetutamente affermato da vari esperti e cioè che mentre le spese previdenziali vere sono totalmente coperte da contributi, invece, le spese assistenziali sono largamente in rosso perché lo Stato non le finanzia correttamente e tempestivamente. Si tratta di spese che, talora,figurano come prestiti all’Inps e non come doverosi contributi assistenziali”. A chi attribuire la responsabilità? Il presidente Federsvep non ha dubbi: “A Boeri che non ha voluto fare chiarezza, mentre solo scindendo le due tipologie di bilancio avrebbe potuto mettere al muro le inefficienze della politica, che assegna in modo crescente compiti assistenziali all’Inps senza pagarne il conto”.
LA PROPOSTA M5S SULLE PENSIONI DEI PARLAMENTARI
Ritorna d’attualità grazie al Movimento 5 Stelle anche le pensioni dei parlamentari. Un punto dolente della politica italiana e che, mettendo da parte i populismi, viene sottolineato con forza maggiore per evitare che ulteriori sprechi vadano a ingigantire la già triste realtà economica italiana. E così è Luigi Di Maio ad annunciare su Facebook che oggi a Montecitorio varrà presentata una proposta per far sì che ai parlamentari venga riconosciuto un trattamento pensionistico simile a quello di un semplice cittadino.