Una battaglia che è iniziato dal basso e che pian piano sta raccogliendo adesioni importanti come quella di Federpesca. Stiamo parlando della pesca selvaggia che è protagonista nel Cilento e che mette a repentaglio un intero settore fatto per lo più di piccoli pescatori.
Dopo che la battaglia ha coinvolto, su spinta propulsiva di Peppe Tarallo ex presidente del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e degli Alburni, ha convogliato l’adesione dello stesso Ente sovra comunale: è arrivata anche la presa di posizione importante di Confindustria Federpesca che in una nota ha spiegato le proprie ragioni.
Nella lettera firmata da Francesco Petta delegato Federpesca si legge: “Una politica comunitaria per garantire equilibrio sostenibile ed economico deve partire dal basso,dalla consapevolezza che dietro una barca c’e’ una azienda e dietro l’azienda c’e’ una famiglia. Quindi bisogna partire dalla piccola pesca,motore di micro economia di piccole realtà come quella cilentana. Preservare il territorio e valorizzarlo attraverso la conservazione delle proprie tradizioni, garantisce assistenza all’economia del settore, innescandone meccanismi che troverebbero ripercussioni assolutamente positive per il mercato locale ridando fiducia ai pescatori,ai laboratori artigianali di lavorazione del prodotto e ad un territorio che necessita, in questa delicata fase,dell’assistenza di tutti gli attori istituzionali”.
Soddisfatto Peppe Tarallo che ha affermato: “Il dottor Petta è venuto sul posto a rendersi conto di persona incontrando pescatori e qualche operatore della trasformazione e conservazione in particolare alici di menaica. E’ stato un raro esempio di correttezza e onestà intellettuale. Questa ferma e chiara posizione della Federpesca ci dà ulteriore forza,coraggio e fiducia e rafforza la nostra convinzione di essere e stare dalla parte del giusto”.